In data 9 novembre 2022 alle ore 7.07.25 si è manifestato un terremoto di magnitudo Mw 5,7, localizzato nel mar Adriatico circa 61 Km a Est di Rimini (lat 44.9833, long 13.3237) alla profondità di 5 Km (dati INGV).
La scossa è stata percepibile a Mestre alle ore 7.08.38. Quindi, assumendo una distanza di circa 175 Km dall’epicentro, l’onda sismica vi è giunta con una velocità media di circa 2,4 Km/s, ovvero circa 8640 Km/h.
A quali considerazioni si presta questa esperienza?
I. In un precedente articolo sul terremoto del 15 gennaio 2019, verificatosi 10 Km a Sud-Est di Ravenna, avevo preso spunto da questo episodio per considerare il rapporto tra terremoti e parametri ambientali, quali la temperatura e la pressione atmosferica. Il rilievo più interessante fu un duplice calo pressorio, manifestatosi nei dieci giorni precedenti il terremoto: il primo calo avvenne quattro giorni prima (da 1026 mbar a 1006 mbar), il secondo calo alcune ore prima (da 1020 mbar a 1003 mbar). Questo rilievo era già stato evidenziato da ricercatori cinesi in una serie di terremoti di elevata magnitudo in diverse parti del pianeta. E’ un dato che non è costantemente rilevato e per tale motivo è difficile attribuirgli non solo un valore causale, ma anche, per chi è attento alle implicazioni pratiche, un valore predittivo. Tuttavia, esso presenta indubbiamente un certo interesse scientifico. Perciò, ho pensato di verificare se questa particolare associazione abbia riguardato anche questo evento sismico.
Come si può osservare nel sintetico diagramma di figura 1 (dati dell’Osservatori metereologico di Pisa) la curva della pressione atmosferica nell’ultimo mese in Italia ha presentato un unico forte picco negativo tra il 4 e il 5 novembre, quando è scesa da 1022 mbar a 1002 mbar. Il significativo calo pressorio si è manifestato quindi quattro giorni prima del terremoto. In data 9 novembre alle ore 7.00 la pressione era di 1019 mbar ed era stabile su questo valore dal giorno precedente.
Si conferma quindi l’incostanza del duplice calo pressorio prima di un evento sismico, ma è comunque di interesse aver riscontrato un significativo calo pressorio nei giorni antecedenti. Non è possibile stabilirne una relazione causale, ma supporta l’ipotesi che esso abbia il ruolo di “goccia che fa traboccare il vaso”, ovvero di fattore concausale.
II. Nel precedente articolo, che ho dedicato su questo sito al terremoto del 15 gennaio 2019, ho calcolato la velocità dell’onda sismica tra l’epicentro (10 Km a Sud Est di Ravenna) e Venezia in 2,4 Km/s. Con questa nuova esperienza si conferma, per nostra curiosità, la velocità con cui le onde sismiche giungono a Venezia dalla fascia sismogena compresa tra Rimini e Ancona: circa 2,4 Km/s.
III. La provincia di Venezia non è un’area ad elevato rischio sismico, ma “riceve” occasionalmente onde sismiche provenienti da epicentri che distano oltre 100 Km. Questo può fornire agli adulti una relativa tranquillità personale nel corso di una scossa sismica, che può essere sfruttata per coltivare nei bambini l’interesse per i terremoti, coinvolgendoli nello studio del fenomeno in corso. Può essere infatti lodevole l’obbiettivo di sensibilizzarli in generale alla ricerca scientifica e nel particolare all’importanza della sismologia per lo studio di soluzioni che limitino i danni da sisma e che li indirizzino a considerare l’importanza dell’edilizia antisismica.
Una possibilità per coinvolgerli può essere la costruzione di un piccolo pendolo con un sottile filo e con un pallino di piombo del peso di 1-2 g, inseriti in un cilindro trasparente. Una bussola, un termometro e un vecchio barometro a mercurio possono completare il dispositivo. La direzione di oscillazione del pendolo al termine di una scossa sismica fornisce un dato sulle due possibili direzioni di arrivo delle onde. Per esempio, nel dispositivo da me costruito, l’oscillazione ha seguito la traiettoria da Sud-Sud Est a Nord-Nord Ovest, coerentemente con l’arrivo delle onde sismiche da un punto del mar Adriatico posto a Sud-Sud Est rispetto a Venezia, alcune decine di chilometri ad Est di Rimini. Possono essere effettuate inoltre osservazioni sulla temperatura e sulla pressione atmosferica. Se l’esperienza fosse condotta in una scuola, questo iniziale coinvolgimento nella questione “Terremoti” potrebbe essere fonte di approfondimenti, coerenti con l’età dei bambini, tenute da un sismologo e da un ingegnere, esperto in edilizia antisismica. Il discorso potrebbe spaziare dalla trasmissione delle onde in rapporto alle caratteristiche dei terreni, proseguire considerando gli antichi dispositivi antisismici, che hanno evidenziato piena efficacia nel Partenone di Atene, per concludersi con gli attuali dispositivi, utilizzati nei grattacieli costruiti in aree ad elevata sismicità.