di Enrico Ganz

 

L’orso marsicano è presente in piccolo numero tra Abruzzo, Molise e Lazio. E’ una particolare popolazione di orso bruno, che si caratterizza per una minore aggressività dei suoi simili, diffusi nel restante loro ampio areale del nostro pianeta. Le terre selvose dell’orso marsicano furono estesamente percorse dal famoso eremita Pietro da Morrone. Egli potè diventare papa Celestino V senza essere attaccato da un orso, probabilmente perchè i numerosi orsi, che percorrevano le terre che amava, erano di genotipo marsicano. 

Tuttavia, gli orsi marsicani sono comunque orsi bruni e, come tali, non si lasciano sfuggire l’occasione di predare animali domestici. Ne è un esempio l’orsa Amarena, responsabile di saccheggi in pollai, recentemente abbattuta con un tiro di carabina da un proprietario, che, al di là dell’attacco denigratorio di certa stampa, evidentemente aveva tutto il diritto di uscire dalla sua proprietà senza provare l’angoscia di poter essere attaccato dall’orsa. Perchè alla fine un orso marsicano è pur sempre un orso, un animale temibile, dal quale qualunque esperto del settore consiglia di mantenere le distanza; anzi, di allontanarsi da lui, se possibile, quanto più possibile, anche se marsicano. Perciò, un orso marsicano non deve aggirarsi tra le abitazioni; se questo accade, è dovere civico di chiunque agire nel modo più rapido e sicuro possibile, avendone i mezzi, per neutralizzare il rischio per sé e per la comunità. Questo agire è etico e sovrasta qualunque legge. 

Il numero degli orsi marsicani è piuttosto contenuto; dovrebbe aggirarsi tra 60 e 70. Vi è chi teme la loro estinzione. Tuttavia il più recente report del parco dell’Abruzzo, risalente all’anno 2023 ci dice testualmente che

“analizzando il primo decennio, 2006-2015 (74 orsi nati contro i 28 morti) abbiamo 7,8 orsi/anno nati contro 2,8 orsi morti, con valori più bassi per le nascite e più alti per gli orsi morti rispetto alle media di lungo periodo, mentre guardando il periodo restante, 2016-2022, i dati ci dicono che abbiamo una media di 9,4 orsi /anno nati (66 in 7 anni), contro 2,3 orsi/anno morti (16 orsi morti in 7 anni), risultando perciò ben più favorevoli di quelli della media di tutto il periodo. (…) L’espansione dell’orso bruno marsicano è un segnale positivo per questa popolazione”

A fronte di questi dati “confortanti”, stupisce quindi che il WWF abbia recentemente preso l’iniziativa “SOS ORSO MARSICANO: FINO AL 19 MAGGIO DONA AL xxxxx PER PROTEGGERE LA SPECIE”, adducendo il rischio di estinzione di questa popolazione. 

Come si spiega questa preoccupazione per l’orso marsicano a fronte di un aumento della popolazione? 

Se la popolazione fosse in calo, un SOS sarebbe comprensibile, ma, essendo la popolazione in aumento, la proposta ci insospettisce. Non vi potrebbe essere, quindi, in questo SOS, la volontà di deviare l’attenzione dagli orsi trentini, che negli ultimi anni hanno un po’ maltrattato più di qualche sfortunato essere umano, su una popolazione meno aggressiva, per ispirare sentimenti di simpatia nei confronti degli orsi in generale? 

D’altra parte, proviamo a pensare per quale motivo siano attribuiti a scontrosi orsi nomignoli tanto simpatici, quali “Giacomina”, “Amarena”, “Gabbietta”, “Lucio”, “Barbara”… 

Ma andiamo oltre e leggiamo quanto riporta il WWF nel suo sito:

“Gli orsi bruni marsicani, che vivono nelle aree montuose comprese tra Abruzzo, Lazio e Molise, incontrano ancora oggi molti pericoli, come la presenza diffusa di attività umane e infrastrutture (strade e autostrade in primis), che oltre a rappresentare un rischio concreto per la sopravvivenza, frammentano il suo habitat e rendono difficoltosi i naturali spostamenti, diminuendo le possibilità che la popolazione si espanda in nuove aree.” 

In sostanza, si comprende fin troppo bene, guardando da un altro punto di vista, che l’orso marsicano costituisce un grave pericolo per coloro che guidano autovetture. E’ evidente che questo rischio è destinato ad aumentare, all’aumentare della popolazione di orsi. Anzi, questo rischio si è già recentemente concretizzato nel gennaio 2023 in uno scontro tra un’autovettura e un orso, soprannominato “Carrito”, presso Castel di Sangro. Solo sotto shock, ma illesa, la ragazza alla guida della Golf coinvolta nell’impatto. Poteva andare certo molto peggio per lei. E non è l’unico incidente stradale: negli ultimi cinquant’anni se ne contano almeno quattordici. Considerando che la massa di un orso marsicano può raggiungere i 200 Kg, è evidente che una collisione con un orso può concludersi con gravi lesioni per il conducente dell’autovettura.

In conclusione, si può osservare che vi sono forze opposte: da un lato chi è affascinato da questi maestosi animali e perciò ne difende la sopravvivenza, non avendo alcunché da temere; dall’altro vi è chi subisce le conseguenze negative della coabitazione con l’orso: danni alle proprietà, danni al bestiame, danni alle colture, preoccupazione nell’avventurarsi fuori di casa. Il fenomeno dell’avvelenamento di lupi con bocconi, riportato in un report del Parco dell’Abruzzo, attesta l’entità del problema. E non è certo un fenomeno delinquenziale, come vorrebbero convincerci coloro che hanno steso il report; è piuttosto la soluzione esasperata di chi deve arrangiarsi di fronte alla cecità di entità istituzionali, all’interno  delle quali si è convinti che la serenità del vivere possa essere comprata con i risarcimenti per la perdita di bestiame e di quant”altro.

In questa contrapposizione quel che è certo è che su un versante si trova chi subisce la presenza degli orsi nell’ambiente, dall’altro chi se ne frega dei problemi altrui, non essendo coinvolto nella tutela dei propri beni e della propria tranquillità di vita.

Ma vi è di più: notiamo che chi versa lacrime per la morte di un orso (si leggano alcune notizie sulla morte dell’orso Carrito, per esempio), non versa una sola lacrima per gli animali gravemente feriti o sbranati dagli orsi. Di che bontà d’animo sono dunque costoro? Qual è la vera natura del loro animo “animalista”?