Fig. 1

di Enrico Ganz

 

Nel giardino dei miei bisnonni, ad Ora (Auer), in Alto Adige, vi era un albero di Ficus carica che produceva fichi di ottima qualità, molto apprezzati in famiglia. Prima che l’albero fosse perduto, un mio parente piantò una talea, ottenendo un secondo albero che ne ha conservato l’identità genetica. Da talee radicate di questo albero ho ottenuto alcuni ulteriori alberi, che mantengo in vaso per assicurarne la continuità, non sapendo al momento se questo genotipo sia riconducibile a una varietà locale, tuttora presente in Alto Adige, o se invece non abbia ulteriori riscontri in natura o nelle collezioni varietali. 

La pianta è partenocarpica, produce fioroni e forniti di ottima qualità. 

I fioroni maturano tra maggio e giugno, i forniti maturano nella prima decade di agosto. La qualità organolettica dei forniti raggiunge il culmine con la comparsa di spaccature longitudinali sulla pellicola del siconio. La consistenza dell’infiorescenza diventa allora sciropposa, molto dolce e intensamente aromatica. Se nella fase finale della maturazione l’irrigazione del terreno è molto contenuta, i fichi maturano e si essicano senza spaccature fino alla naturale caduta, ottenendosi in questo modo un prodotto seccato naturalmente, che è di buona qualità, probabilmente migliorabile con più specifiche conoscenze nella gestione di questo tipo di maturazione.  

Come si nota in fig. 1, il profilo del siconio è tipicamente asimmetrico e il suo peduncolo  è robusto e tendenzialmente curvato; ne risulta una forma simile a una bisaccia piena d’acqua, che si trovi adagiata su un piano e perciò un po’ sbilanciata. 

La pellicola è sottile e, quando il siconio è maturo, presenta un’area giallo-verdognola  e un’area in cui a questo colore si sostituiscono con varia estensione striature viola e rosso vinaceo. Queste striature possono confluire in un’area omogenea di colore compreso tra il viola scuro e il rosso violaceo, percorsa da sottili fissurazioni longitudinali. Sulla base del siconio maturo il colore verde è variabilmente sostituito dal colore rosso vinaceo in forma di punteggiature, chiazzette e striature più o meno larghe. 

La polpa presenta colore rosa intenso ed è omogenea, priva di cavità, con acheni molto piccoli e teneri, privi di semi. L’ostiolo non presenta caratteristiche peculiari; è privo di spaccature nel siconio maturo.  

Il peduncolo è corto. 

Fino ad ora non sono riuscito a trovare immagini che corrispondano a questa varietà e perciò, da tempo indico affettuosamente queste piante come “fico Sommavilla-Ganz”.  

Ora mi sono deciso a presentarne qui una descrizione, per l’eventualità che qualcuno possa fornirmi un’informazione sulla varietà, per la quale in alternativa dovrei trovare un Centro in grado di caratterizzarla con tecnica RAPD, obbiettivo che appare tutt’altro che semplice. 

Ho inoltre accettato di spedire due piante di questa varietà a un appassionato coltivatore di fichi in provincia di Caserta, per suo desiderio, nell’idea che è opportuno favorire, nei limiti delle proprie possibilità, la diffusione di prodotti naturali di buona qualità in Italia. Spero che questa varietà – nota o ignota che sia – possa diffondersi e farsi apprezzare.

 

Bibliografia

P. Piccirillo. Il fico. Coltivazione e gestione della pianta. Ed. Edagricole, 2020.