In data 15 maggio 2020 nell’area industriale veneziana si è verificato un incendio nello stabilimento della 3V Sigma spa, azienda specializzata nella produzione di sostanze chimiche. Ne è seguita l’esplosione di un serbatoio contenente acetone, riferendosi a quanto riportato nelle pagine dei quotidiani.
Se si osservano le immagini in Internet, si comprende che la maggiore attrazione dei fotografi è stata per le fiamme e per l’imponenza della colonna di fumo, per le strutture metalliche contorte del deposito e per i pesci morti, galleggianti sulle acque contaminate dei contigui canali lagunari nell’area industriale di Marghera.
Vorrei quindi invitare a portare lo sguardo anche in un’altra direzione, apparentemente meno interessante: sul cielo o, se si preferisce il termine tecnico, sulla troposfera. Come evidenziato nella foto, fumo e vapore si sono condensati in una nube a bassa quota. Nelle ore successive questa stessa nube si è estesa fino a coprire il cielo sopra Mestre e si è sciolta in un temporale di modica intensità. Pochi tuoni, poi la pioggia, che ha “purificato” l’aria, riversando tuttavia gli inquinanti sulla terra. Quantità piuttosto modeste secondo le dichiarazioni ARPAV.
Non mi è possibile stabilire se il nucleo di aggregazione sia derivato dai vapori e dai fumi o se le nubi siano giunte sopra la città in un contesto di condizioni meteorologiche favorevoli alle precipitazioni. Ma non è escludibile l’ipotesi che la precipitazione sia stata “facilitata” dai fumi, analogamente a quanto può accadere nel corso di violente eruzioni vulcaniche, accompagnate da addensamenti nuvolosi e da intense manifestazioni elettriche attorno alla colonna eruttiva.
Ho ritenuto opportuno richiamare l’attenzione su questo aspetto, perché dovrebbe ricordarci quanto piccolo sia il nostro ecosistema: non solo il pianeta Terra, ma anche la distanza tra la Terra e il suo Cielo. Non è escludibile che anche un serbatoio di acetone in fiamme possa “far piangere” il cielo. Se vi può essere un dubbio su questo fatto, è certo che gli inquinanti hanno tolto il respiro agli abitanti dell’acqua su una distanza di alcuni chilometri. Video in Youtube attestano la moria di pesci e la presenza di una patina chimica sulla superficie dell’acqua.
Nulla al confronto con l’insieme dei disastri ambientali derivanti dall’umano traffico e dalla manipolazione di idrocarburi e di sostanze radio-attive, nulla al confronto con lo stress ambientale causato dalle perenni immissioni nell’aria di inquinanti nei grandi siti produttivi concentrati in lontane aree geografiche.
Una check list mentale per i saldatori è possibile?
L’altro aspetto importante di questo incidente è il fatto che, riferendoci alle notizie dei quotidiani, l’incendio è avvenuto nel corso di una saldatura su una tubatura dell’impianto. I due operai impegnati nella saldatura sono rimasti gravemente ustionati. Il rapporto causale tra il lavoro di saldatura e l’incendio è da dimostrare, ma sembrerebbe probabile.
Incidenti di vario tipo in corso di saldatura non sono infrequenti. Potrei ricordare un importante allagamento verificatosi nel corso di un lavoro su una tubatura nelle sale operatorie dell’ospedale di Mestre pochi giorni dopo la sua inaugurazione. O peggio, quanto accadde a un operaio che stava procedendo a una saldatura in tutta prossimità dello pneumatico di un camion: l’esplosione dello pneumatico avvenne in modo tale che il getto d’aria entrò attraverso le orbite dell’uomo e ne distaccò la calotta cranica; quando giunse nel Pronto Soccorso di Mestre, fui chiamato in consulenza con l’anestesista e con il neurochirurgo, ma non fu possibile trovare una soluzione per questo danno irrimediabile. Concludo con una storia a lieto fine. Riguarda un operaio, che giunse in sala operatoria, presentando un’ampia ferita addominale e l’amputazione di un avambraccio. L’intestino era esposto, ma i soccorritori avevano provveduto a proteggerlo, avvolgendolo in un lenzuolo, e l’emorragia dall’arto era stata prontamente contenuta. L’incidente fu causato dall’esplosione di una bombola nel corso di una saldatura. Il paziente sopravvisse e ebbi il piacere di incontrarlo in ottime condizioni alcuni anni dopo nel corso di una visita ambulatoriale.
Potremmo allora chiederci se non sia possibile definire un protocollo per educare gli operai a effettuare una check list mentale prima di iniziare una saldatura. La check list dovrebbe comprendere perlomeno le seguenti domande
– Il terreno circostante potrebbe essere cosparso di sostanze infiammabili?
– Vi sono contenitori di sostanze infiammabili in prossimità del lavoro di saldatura?
– La tubatura si cui effettuerò la saldatura potrebbe contenere sostanze infiammabili residue o avere alte pressioni di gas o liquidi all’interno?
– Sto effettuando la saldatura in prossimità di contenitori ad alta pressione, quali pneumatici di trattore o di camion, bombole di gas?
Ho accertato personalmente le condizioni operative di sicurezza (per es chiusura delle valvole, stato delle valvole sulle tubature)?
Altre domande della check list potrebbero essere definite sulla scorta dell’esperienza relativa agli infortuni sul lavoro raccolti in un database nazionale.