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di Enrico Ganz

 

Qualche tempo fa, esaminando antichi documenti, mi è capitato tra le mani uno spartito originale intitolato “Redenzione”, scritto nell’anno 1915 da un mio prozio, Maurizio Ganz. Sono riuscito a definire un breve profilo biografico di questo compositore, consultando un vecchio diario di famiglia.

Egli nacque a Venezia il 2 agosto 1889 da Ganz Domenico e da Irene Vit. Fu il secondogenito di nove fratelli. Si dedicò allo studio del pianoforte e alla composizione in giovane età. Compose un inno “Redenzione” in prossimità della dichiarazione italiana di guerra all’Austria, avvenuta il 24 maggio 1915. A ventisei anni, verso la fine dell’anno 1915, si imbarcò con una decina di veneziani su una nave italiana imprecisata, diretta in un Paese lontano. Avrebbe avuto un progetto connesso alla sua attività di musicista. Morì in seguito all’affondamento dell’imbarcazione, colpita da una nave militare nemica. Alcuni suoi compagni lo videro per l’ultima volta aggrappato a un rottame di legno. Il diario accenna inoltre a un non ben definibile intervento dei francesi in occasione del naufragio. Quando non vi furono più speranze di trovare sopravvissuti, fu stabilita una data di morte: dicembre 1915. 

Incuriosito da questa particolare vicenda, ho ricercato in Internet eventuali opere musicali attribuibili a questo sfortunato compositore, che morì agli inizi della sua professione. Con mia sorpresa ho rinvenuto tre suoi spartiti, custoditi nella Biblioteca Centrale di Firenze:

– Nessuno no vede, nessuno no sa: barcarola per tenore. Canto e piano (Redentor, 1912). Ed. E. Sanzin e C; Venezia, 1912;

– Redenzione. Inno/Marcia per pianoforte. Musica di Maurizio Ganz; parole di Nani Moro. Ed. L’Avanguardia Nazionalista, 1914 (?);

– Inno al XXIV Maggio MCMXV. Musica per pianoforte di Maurizio Ganz; parole di Evaristo Pomari. Ed. M. Annoni di Demetrio Rossi; Milano, 1916.

A questo punto ho cercato di identificare la nave affondata. Il diario di famiglia accenna a una nave passeggeri italiana affondata sul finire del 1915 e a un intervento dei francesi nel naufragio.

Sulla scorta dei dati rintracciabili in Internet potrebbe trattarsi del piroscafo Ancona, del quale vi è buona documentazione in Internet, principalmente riferita al carico in metallo prezioso, consistente in sovrane d’oro, che tuttora il relitto della nave custodisce in fondo al mare a 470 metri di profondità.

piroscafo-anconaIl piroscafo salpò dal porto di Genova con destinazione finale New York. Il 6 novembre 1915 fece scalo a Napoli e a Messina, raccogliendo più di trecento passeggeri. Fu affondato il 7 novembre 1915 dal sommergibile tedesco U-38 in un’area approssimativamente equidistante tra Sardegna, Sicilia e Tunisia sulla rotta per lo stretto di Gibilterra. L’SOS fu raccolto dalla Difesa marittima francese di Biserta, città della Tunisia, e molti naufraghi furono salvati dal traghettatore Pluton, salpato da Cagliari. Sui motivi di questo affondamento, attuato da un sommergibile di un Paese che non era ancora in guerra con l’Italia, oggi si conoscono dettagli che allora costituivano un segreto di Stato. Nella stiva del piroscafo vi erano dodici bauli contenenti metallo prezioso sotto la custodia del Cavalier Spiaccacci, funzionario del Ministero dell’Agricoltura. Secondo la versione ufficiale si trattava di un pagamento agli USA per le spese dell’Expo. In realtà, non si esclude che il contenuto prezioso costituisse il pagamento dell’Italia agli USA per forniture militari, consistenti in cavalli e muli.

Ben si sapeva che la Germania non tollerava commerci di questo tipo. Infatti, quello stesso anno i servizi segreti tedeschi avevano scoperto che gli USA rifornivano segretamente i britannici con munizioni stivate nei transatlantici, contravvenendo al patto di non belligeranza. Per questo motivo nel maggio 1915 il sottomarino tedesco U-20 aveva colpito con un siluro il transatlantico americano Lusitania, benché i due Paesi non fossero in guerra. Risultato: 1200 civili morti, forte tensione diplomatica tra i due Paesi fino alla dichiarazione di guerra degli USA in data 6 aprile 1917. Tuttavia, valutando il diario del “Kapitänleutnant” Valentiner, comandante del sommergibile U-38, appare abbastanza probabile che l’incontro tra il piroscafo Ancona e il sommergibile tedesco sia stato casuale e che l’affondamento dell’Ancona sia stato deciso a causa dello stato di guerra tra l’Italia e l’Austria, alleata della Germania. Poiché Italia e Germania non erano in guerra, il comandante fece issare la bandiera austriaca sul sommergibile tedesco; una decisione certamente scorretta, ma  adottata nel rispetto degli ordini ricevuti dai comandi militari tedeschi.

Il comandante del piroscafo Ancona, capitano marittimo Pietro Massardo, non fermò i motori alla prima cannonata di avviso e questo fatto potrebbe aver contribuito all’elevato numero di dispersi in relazione al rovesciamento di alcune scialuppe di salvataggio, calate in corsa, piuttosto che a motori fermi; ma differenti sono le testimonianze del comandante Valentiner, del comandante Massardo e di una testimone americana, Cecil Greil. Perciò, non è facile definire le responsabilità dei due comandanti sull’entità della tragedia. Pare tuttavia abbastanza chiaro che l’U-38 avesse l’obbiettivo di affondare il piroscafo, considerando che le cannonate proseguirono anche dopo il suo fermo motori.

L’affondamento del piroscafo Ancona mise in piena luce la latente ostilità tra Germania e Italia: l’Italia era in guerra dal 24 maggio 1915 con l’Impero austro-ungarico, alleato della Germania, e aveva segreti accordi commerciali di tipo militare con gli USA, che la Germania, alleato dell’Impero austro-ungarico, non tollerava. L’affondamento del piroscafo Ancona accentuò l’ostilità tra Italia e Germania, aprendo la strada alla dichiarazione di guerra tra i due Paesi.

La presenza del mio parente su questo piroscafo, piuttosto che su un’altra nave tra quelle che affondarono sul finire del 1915, è un’ipotesi che dovrebbe essere verificata alla luce di una lista passeggeri. Sarei grato a chi fosse in grado di reperirla e rendermela nota.  Tuttavia, valutando l’elenco delle navi affondate negli ultimi mesi del 1915, il piroscafo Ancona risulta l’unica nave civile affondata, sulla quale egli avrebbe potuto imbarcarsi.

Il giovane compositore Maurizio Ganz è definibile “patriota”, per aver prestato in modo gratuito le sue qualità professionali al sostegno di un ideale nazionale. In appendice è consultabile lo spartito di una delle tre uniche sue opere conosciute, “Inno al XXIV Maggio 1915”. Ritengo che “Inno al XXIV Maggio 1915” e “Redenzione” siano interessanti documenti della Prima guerra mondiale. Vi si nota il fervido sostegno del musicista e del paroliere alla guerra contro l’Austria; un sostegno, che non solo rientrava in una corrente ideologica allora presente in Italia, ma probabilmente esprimeva anche un’antica avversione dell’ambiente veneziano nei confronti degli austriaci, della cui dominazione in città era ancora vivo il pur lontano ricordo. Inoltre, giungevano notizie sullo stato di insofferenza della popolazione trentina italofona nei confronti dell’amministrazione austriaca. Già nel 1848 si era manifestato nel Trentino un moto rivoluzionario e la conseguente repressione aveva alimentato in molti trentini il desiderio di diventare italiani. Un’istanza che si espresse infine nel movimento noto come “Irredentismo”, del quale noto esponente fu Cesare Battisti, condannato a morte dagli austriaci nel 1916. In “Inno al XXIV Maggio” si legge un chiaro riferimento al Trentino e al movimento dell’Irrendentismo: “L’irredente nostra terra oltre fiumi, boschi e monti dalla inesorabil guerra presto avrem ad alte fronti.” Così anche si coglie un riferimento all’Irredentismo nel titolo “Redenzione”, dove inoltre si legge: “Non piangete fratelli istriani, non piangete fratelli di Trento, gl’italiani hanno udito il lamento e doman la riscossa sarà.”

Il sacrificio di tante vite nelle tragedie dell’Ancona e del Lusitania non fu del tutto vano, contribuendo ad accrescere l’ostilità e quindi la motivazione nella potenza di fuoco contro la coalizione austro-ungarico-tedesca fino alla finale resa della Germania, sancita con l’armistizio dell’11 novembre 1918 a Compiègne. Curiosamente, in previsione dell’armistizio i delegati tedeschi giunsero a Compiègne il 7 novembre 1918, nel terzo anniversario dell’affondamento del piroscafo Ancona. Al termine dei Trattati di pace l’Italia ampliò i suoi confini, ottenendo il Trentino, l’Alto Adige, le conche di Ampezzo e di Dobbiaco. Un’acquisizione che la storia esigeva, tenendo tuttavia presente, a mio parere, che la migliore acquisizione fatta dai popoli partecipanti a questa guerra e alla seguente non consistette infine nei territori, ma nel ridimensionamento della volontà di onnipotenza, che molti di loro avevano coltivato con l’empio proposito di conquistare in modo duraturo un proprio Impero. Solo attraverso atroci sofferenze potè maturare nei popoli europei il più saggio progetto di una Comunità europea.

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Bibliografia 

– Bellomo D, Cappelletti E. Il tesoro degli abissi. Il mistero dell’Ancona svelato dopo un secolo. Longanesi, 2013.

– Affondamento del piroscafo “Ancona”

http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/accaddeil/Pagine/1915_11_07.aspx

– Storia, il relitto della nave Ancona

http://www.velaemotore.it/storia-il-relitto-della-nave-ancona-vela-6612

– 7.11.1915, affondamento del piroscafo Ancona

http://www.lavocedelmarinaio.com/2015/11/7-11-1915-affondamento-del-piroscafo-ancona

– L’oro della nave Ancona resterà ancora a lungo in fondo al Tirreno

http://www.focus.it/natura/l-oro-della-nave-ancona-rimane-a-fondo

– 100 anni fa la fine del “Lusitania”

http://www.panorama.it/cultura/100-anni-fa-la-fine-del-lusitania-vittima-della-grande-guerra/

– Cherini a. Due tragedie del mare

http://www.webalice.it/cherini/Tragedie/Lusitania%20e%20Laconia.pdf

– Lusitania, e la guerra fu mondiale

http://www.bergamopost.it/chi-e/lusitania-ricordando-la-tragedia/

– RAI Storia. L’affondamento del Lusitania

http://www.raistoria.rai.it/articoli/laffondamento-della-lusitania/2913/default.aspx

– P. Grandi. Affondamento Navi Grande Guerra 1915-1916

In http://www.pietrigrandeguerra.it

– Redenzione. Inno/Marcia per pianoforte. Musica di Maurizio Ganz; parole di Nani Moro. Ed. L’Avanguardia Nazionalista, 1914 (?);

– Inno al XXIV Maggio MCMXV. Musica per pianoforte di Maurizio Ganz; parole di Evaristo Pomari. Ed. M. Annoni di Demetrio Rossi; Milano, 1916.

Iconografia

La foto del piroscafo è tratta dal volume di D. Bellomo e E. Cappelletti “Il tesoro degli abissi”. Il volume riporta un’accurata ricostruzione dell’affondamento e dei tentativi di recupero delle casse di oro.