Fig. 1

di Enrico Ganz

Negli ultimi scritti risalta evidente il mio recente interesse per le armi da fuoco, che si manifesta nello stretto intervallo di tempo concessomi da attività che considero più importanti secondo una mia scala di valori. La mia scala di valori è anche tale da circoscrivere il mio interesse agli aspetti meccanici di questi strumenti, alla possibilità di abbattere grandi predatori e al tiro a segno, mentre ho una certa avversione nel vedervi un mezzo per nuocere ad esseri umani, tanto che in un Centro di tiro a segno ho chiesto che sostituissero un bersaglio a foggia umana – peraltro piuttosto malvagio, considerando che mi puntava la silhouette di un’arma – con un bersaglio a cerchi disegnato da me.

Il mio interesse per il tiro a segno si è ravvivato dopo l’ultimo grave incidente avvenuto nel Trentino in seguito all’interazione tra uomo e orso bruno. Si è ravvivato, perché già in precedenza ero affascinato dalla possibilità tecnica di centrare un bersaglio (inanimato) con un proietto, lanciato manualmente o mediante una balestra o con un’arma da fuoco. L’incidente in questione mi ha fatto vedere un potenziale aspetto pratico di questa attività ludica, considerando che sarò in prima linea, qualora si dovesse in futuro richiedere di abbattere la popolazione italiana degli orsi.

Nel corso dell’evoluzione i grandi predatori si sono estinti; non convivono con noi tirannosauri, allosauri e velociraptor; questo fatto è confortante, per quanto ad alcuni possa dispiacere. Su questo dispiacere provato da romantici animalisti Spielberg ha voluto aprire gli occhi e ironizzare con il film Jurassik Park, un film più educativo, che divertente.

Fig. 2

Ora tra i grandi predatori di terra più noti restano in natura orsi, iene, leoni, tigri, leopardi, pantere e puma. La loro estinzione non può che essere un beneficio per le comunità umane che vivono in loro prossimità. Il destino di questi animali è segnato laddove si verificano incontri in cui l’uomo soccombe e non sorprende perciò il forte decremento della popolazione di tigri nel Bengala. In passato vi erano tigri in Afganistan, in Iran, in Anatolia e in ampie aree dell’Indonesia. Gli abitanti di queste regioni non rimpiangono di averne causato l’estinzione. Fortunatamente noi non abbiamo mai avuto l’occasione di convivere con tigri e leoni, ma anche noi saremmo piuttosto rasserenati, se avessimo conosciuto questi animali come popolazione autoctona del nostro territorio, dei nostri boschi, dei nostri parchi cittadini e ne avessimo constatato  infine la loro estinzione. 

L’estinzione di tutti i grandi predatori non comporterebbe alcun turbamento dell’ecosistema, se si avesse la volontà di gestirlo appropriatamente, ma comporterebbe molta più serenità per gli esseri umani che percorrono le vie del pianeta. 

Non so se sarò mai coinvolto nella caccia all’orso, ma, come si dice, “Impara l’arte e mettila da parte”. Quindi, ho deciso di investire energie e risorse nel tiro a segno, attività, che per me è già di per sè attraente e rilassante. Dopo le prove a 12 metri con arma corta, mi conforta la mia prima prova effettuata alla distanza di 25 metri su bersaglio circolare con diametro max di 20 cm (SIG p210 canna 6″, mirino standard, 9 mm Luger 124 gr; fig. 2). In futuro i risultati dovranno evidentemente migliorare, per procedere a maggiori distanze con l’arma lunga (Fig. 2). 

Ma ogni attività ludica non deve far dimenticare i valori più importanti della vita, che per quanto mi riguarda sono i valori a suo tempo sostenuti da colui che considero il mio fondamentale maestro, ovvero Gesù di Nazareth, detto il Cristo, per quanto possa io essere considerato molto piccolo tra i suoi discepoli. 

In occasione del Natale 2023 dedico a lui l’opera intitolata “Il battesimo di Cristo – La rivelazione” (Fig. 1), attualmente ancora nella prima delle tre principali fasi che conducono alla sua traduzione in bronzo.

Il progetto prevede un ciclo composto da statue in bronzo e dipinti ad olio, che ricordano importanti momenti della vita del maestro: battesimo, tentazioni nel deserto, predicazione, preghiera nel Getzemani, crocefissione e resurrezione. Il ciclo sarà completato entro l’anno 2025 con l’ultima opera, la “Predicazione”. 

Il battesimo ha particolare importanza nella vicenda umana del Cristo. Vi si possono individuare due momenti: l’immersione nel fiume Giordano e l’uscita dall’acqua. Per far risaltare un determinato aspetto della personalità di Cristo, esaminerò qui molto sinteticamente i due momenti in direzione temporale contraria: prima l’uscita del Cristo dall’acqua, poi la sua immersione.

Uscendo dall’acqua, il Cristo ebbe l’intuizione di una missione spirituale al servizio degli uomini, per condurli all’armonia con una divinità che “impregna” il reale.

Ma potrebbe mai essere degno maestro spirituale degli uomini un essere gonfio di orgoglio? Intuitivamente la risposta è no; intuitivamente pensiamo che orgoglio e interesse abbia forgiato quei falsi maestri, cosiddetti “santoni”, motivati dal desiderio di celebrare la propria personalità, ammirandola, come in uno specchio, in una comunità di adepti. Tra questi personaggi troviamo tipicamente anche la volontà di truffare economicamente gli adepti.

Un risposta sulla stoffa del Cristo ci viene dalla sua decisione di immergersi nell’acqua tra coloro e come coloro, che si ritenevano in difetto nel rispetto dei comandamenti e che perciò cercavano una riconciliazione con Dio in un bagno di simbolica purificazione tramite il pentimento. In questo atto Cristo si definì maestro spirituale di elevata statura, rinunciando a quell’orgoglio che crea dicotomia con l’altro.

Ritorniamo ora alla corretta direzione temporale. Dopo l’atto di umiltà del battesimo, Gesù esce dall’acqua e ha la percezione di una missione spirituale a favore dell’umanità. Nel corso di questa missione egli proporrà una sua visione morale, che saprà sostenere con risolutezza di fronte ai potenti del tempo. Un altro tipo di orgoglio, che è una buona qualità in contrasto con la miseria dell’arrendevolezza.

Quindi, gloria al Cristo che nasce nella memoria del 25 dicembre, gloria risplenda nella voce dei cristiani, pur nella triste consapevolezza che la maggior parte dell’umanità è avviata a dimenticare l’esistenza del Cristo e la pregnanza del suo messaggio. L’Inferno non sarà caldo, come nelle immagini pittoriche, ma un vuoto infinito.