“Cari colleghi, il 2 ottobre si terrà un flash mob in memoria dei 1677 operatori sanitari uccisi a Gaza. Credo che, al di là di ogni posizione politica, come medici, abbiamo una responsabilità comune: quella di difendere la vita, di onorare chi si è sacrificato per curare e assistere gli altri, anche in condizioni impossibili”.
Questo appello è parte di un messaggio collettivo, che alcuni giorni fa ho ricevuto da una collega.
Il 2 ottobre 2025, alle ore 21.00, è previsto un raduno di operatori sanitari sui piazzali antistanti a cento ospedali d’Italia. L’iniziativa parte da un gruppo filantropico di operatori sanitari, non supportato da gruppi politici o da sindacati; l’iniziativa è esente da alcun interesse e da alcun tornaconto. L’invito è ovviamente rivolto a tutti, non solo agli operatori sanitari.
Aderire significherà solidarietà con i sanitari uccisi e feriti a Gaza; significherà dare al nostro Governo una chiara risposta ad azioni degne del Nazismo, che non possono essere banalizzate o ignorate nel nome di qualsivoglia interesse diplomatico ed economico. Aderire significherà garantire dignità a noi, medici e infermieri, e alla nostra professione sanitaria, evitando che l’indifferenza, il pensare prioritariamente ai propri interessi e l’opportunismo personale ci conducano nell’oscurità delle coscienze. Infatti, se il sonno della Ragione produce mostri, il sonno dell’Indifferenza e la neutralità dell’Opportunismo producono l’oscurità degli Inferi, una silente notte eterna.
La sedia della memoria
Nel parco dell’ospedale dell’Angelo di Mestre troveremo una sedia in ferro, collocata quale “Percorso della memoria”, simbolo delle atrocità commesse in passato nei confronti degli ebrei, come ricordò la presidente dell’associazione culturale ebraica Four; un’associazione abbastanza influente da essere riuscita a collocare una tal opera davanti a un’ospedale, che nulla relazione ha con le antiche vicende ebraiche. Nel Giorno della Memoria dell’anno 2023 il direttore generale dell’ULSS3 depose sulla sedia una rosa e disse: «All’ospedale Civile di Venezia abbiamo ricordato i medici ebrei, che pagarono personalmente la propria volontà di ribellarsi alle persecuzioni, in particolare il professor Jona e il professor Saraval. Insieme a loro abbiamo voluto fare memoria dei quindici pazienti ebrei, prelevati dai reparti e portati via dei nazisti. Ma è fondamentale che la consapevolezza dei mali del passato sia presente anche qui all’Angelo, in quest’ospedale nuovo, dove la storia ancora quasi non è passata con il suo strascico di violenza e di sopraffazione, com’è invece avvenuto a Venezia».
Bene, il 2 ottobre 2025 il flash mob porterà all’ospedale dell’Angelo il recente ricordo delle atrocità commesse a Gaza. Nella storia e nell’attualità numerosi popoli hanno sofferto e soffrono violenze (tra molti si pensi agli armeni, per esempio). In questo contesto una sedia dedicata esclusivamente alla memoria degli ebrei emana un qual sentore di privilegio di casta. Quindi, non vi sia nessuna esclusione e nessun privilegio: quale migliore occasione, questo 2 ottobre 2025, per cominciare a pensare di reinterpretare il significato simbolico della sedia posta davanti all’ospedale di Mestre, quale memoria degli operatori sanitari morti in conflitti armati, mentre svolgevano la loro opera a favore dei feriti? Speriamo dunque, attendiamo che la dedica sia reinterpretata in questo senso secondo ragionevolezza.