Fig. 1 – Lettura di alcuni dei nomi di operatori sanitari uccisi a Gaza dalle milizie israeliane

 

 

 

 

 

 

 

 

Un piccolo raduno, non paragonabile a quanto osservato nella vicina Padova, comunque significativo: lettura simbolica di cento nomi tra gli operatori sanitari uccisi a Gaza dall’inizio delle ostilità, testimonianza di Medici senza Frontiere su quattordici loro operatori uccisi a Gaza, l’ultimo recentemente, mentre attendeva la corriera per il campo ospedale, nonostante che indossasse la divisa identificativa. Finale invito a non trarre motivo di odio dall’incontro, ma lotta all’odio con le azioni concrete di molti attivisti che si oppongono a queste barbarie.

Questa la sintesi estrema del Flash mob tenutosi sul piazzale dell’ospedale di Mestre, per ricordare le vittime innocenti di Gaza, in particolare gli operatori sanitari scomparsi.

L’ospedale di Mestre è dedicato all’angelo, “figura presente in molte tradizioni spirituali e culturali, un messaggero di pace e di salvezza, un custode degli uomini, di tutti gli uomini.” Ma nessun angelo guarderà benevolo ai palestinesi e agli ebrei, finché gli uni comprenderanno che la nascita e lo sviluppo di uno Stato palestinese non può  avvenire con la consensuale distruzione di Israele e finché gli altri non accetteranno la nascita di uno Stato palestinese disponibile a relazioni diplomatiche con Israele.

Fermo restando che su entrambi pende una pena divina per aver ciascuno attentato alla vita dell’altro. Se Dio fosse benevolo, la pena potrebbe consistere semplicemente nel tendersi reciprocamente la mano prima che su entrambi giunga l’ira divina… non si ritengano gli ebrei al sicuro, perchè ipoteticamente eletti di Dio! La questione dell’elezione è infatti piuttosto delicata…

 

Fig. 2