Fig. 1 – Bersaglio acd

di Enrico Ganz

 

Conflitti armati inestinguibili; uno spirito malefico li alimenta, aleggia nelle menti umane dalla notte dei tempi. Ma anche quando non vi è conflitto tra popoli rivali, ricerca e lavoro fervono nella loro organizzazione, per tentare di raggiungere la supremazia o perlomeno l’eguaglianza negli armamenti e nella tecnologia di supporto per la strategia militare. Fortunatamente, lo spirito malefico rimane spesso scornato: tecnologie militari diventano risorse per migliorare la vita di pacifiche comunità. E’ il caso della tecnologia che supporta, per esempio, i navigatori satellitari. Di portata molto, molto più modesta, ma non trascurabile per i motivi che saranno successivamente spiegati, è la transizione di un’arma dall’ambito militare all’ambito sportivo. L’arma può rimanere nella configurazione originale o subire nel tempo modifiche, per meglio adattarla al tiro al bersaglio. E’ il caso della SIG 9mm P m/49, arma corta semiautomatica, che nel 1949 fu accolta nelle Forze armate danesi e svizzere. La SIG 9mm P m/49 era un’arma militare e come tale presentava significativi limiti per il tiro a segno, in particolare elevata resistenza allo scatto (circa 2100 – 2150 grammi), tacca di mira non regolabile in alzo e in deriva e una canna relativamente corta, 12 cm (Nota 1). Perciò, l’arma non fu subito considerata in ambito sportivo: su richiesta dei tiratori sportivi, che ne avevano comunque apprezzato le qualità, furono elaborati per le competizioni sportive modelli derivati dalla 9 mm P m/49, che erano dotati di regolazione della resistenza allo scatto, di tacca di mira regolabile in altezza e in deriva e di canne in calibro 7,65 Parabellum lunghe fino a 18 cm, per esasperare la ricerca della precisione. Attualmente, in Italia il modello 9 mm P m/49 è considerato “sportivo”, essendo ammesso nelle competizioni Ex ordinanza organizzate dall’U.I.T.S (Unione italiana di tiro a segno).
Attualmente l’azienda SIG non si occupa di armi e i pezzi in circolazione non hanno seguito l’evoluzione dei tempi, in particolare la moda per il tiro dinamico, che in Italia ha un discreto seguito. Perciò, in questo ambito i migliori modelli SIG sono stati superati da modelli di altre aziende. Per esempio, la cecoslovacca CZ 75, arma corta semiautomatica, fu progettata nell’ultimo quarto del XX secolo, prendendo come modello proprio le SIG p210. Commercializzata nel 1975 dall’azienda Česká Zbrojovka Uherský Brod, la CZ 75 ha continuato ad evolversi anche dopo l’interruzione della produzione SIG. Ho avuto occasione di vedere un tiratore colpire ripetutamente l’area centrale del bersaglio alla distanza di 13 metri con il recente modello CZ 75 SP-01 Shadow. L’arma era sorretta con una sola mano. L’impressione è che questo modello non sia inferiore alle migliori SIG per precisione nel tiro statico, mentre ha ulteriori caratteristiche che lo rendono meglio adatto per il tiro dinamico, in primis la maggiore capienza del caricatore e il suo più rapido cambio.
Attualmente le SIG non sono quindi superiori al meglio dell’attuale tecnologia – per quanto anche non inferiori per il tiro statico – e sono perlomeno adatte per appassionati di tiro statico e di competizioni Ex ordinanza, che siano anche esteti per le forme retrò, anni ‘30 e ‘40. Le SIG 9mm P m/49 e le corrispettive civili  SIG p210-1 hanno infatti radici che si allungano alla fine degli anni ‘30, essendosi definite al termine di un progetto decennale. Gli svizzeri erano alla ricerca di un’arma corta nel timore di un’invasione da parte della Germania, ma la loro insoddisfazione alla ricerca della perfezione si tradusse in un allungamento dei tempi di progettazione e di produzione, tanto che il loro meccanismo “perfetto” prese vita alcuni anni dopo il termine della Seconda guerra mondiale… Il risultato è che le SIG originarie non sono solo ammirevoli meccanismi, ma hanno anche conservato elementi estetici piuttosto particolari, “anni ’30”, che non passano inosservati; attraggono l’attenzione in particolare la raffinata brunitura nera, lucida, e le guancette in legno con intagli trasversali, i rilievi zigrinati o crestati dell’open hold e l’assoluta assenza di elementi in resina sintetica, che ormai caratterizza il fusto nella maggior parte degli attuali modelli di arma corta.
La cessazione della produzione armiera SIG implica la possibilità che nel tempo, esclusi i modelli conservati nei cofanetti dei collezionisti, le SIG 9mm P m/49 e le SIG p210 diventino meno efficienti per la progressiva usura delle canne. Mi sono quindi chiesto se sia stata trovata una soluzione per il problema, ovvero se esistano canne non originali, adattabili alle SIG, che consentano di sostituire degnamente canne usurate o che consentano di risparmiare dall’usura le canne originali, sostituendole nell’uso. Ho quindi identificato un’azienda austriaca, la IGB (Nota 2), che produce canne per numerosi modelli, compresi quelli SIG. Come precisato nel catalogo, le canne sono in acciaio forgiato a freddo. La presentazione prosegue, affermando che “la rigatura è prodotta forzando l’utensile alesante attraverso la canna sotto tonnellate di pressione. Il risultato è una canna precisa, lucidata a specchio con grande resistenza e durata (50000 colpi).”

Ho voluto verificare se queste canne sono all’altezza della performance delle canne SIG originali, perlomeno in termini di precisione nel tiro a distanza di gara.

Fig. 2 – SIG p210-1

Prova

Per la prova ho utilizzato una SIG p210-1 prodotta nel 1969 (fig. 2); un modello quasi identico al 9mm P m/49. La resistenza allo scatto è 2100 grammi. In rapporto alla dose della carica scelta per le cartucce, è stata inserita una molla di recupero standard, che ha un precarico di 2,5 kg con carrello avanzato e di 4,8 kg con il carrello tirato nella posizione più arretrata. In alternativa, sarebbe stato possibile utilizzare una molla speciale identificabile con una scritta “9 S”, stampata in colore bianco sull’asta guidamolla. Il precarico di questa molla è di 3,4 kg con carrello in posizione avanzata e di 7,3 kg con il carrello tirato nella posizione più arretrata. 

Sono state inserite nel carrello alternativamente una canna SIG e una canna IGB. La canna SIG (Fig. 3, in basso) è lunga 12 cm (4,75”), è a sezione poligonale con passo di rigatura 1 giro in 10” ed è in calibro 9×19; presenta lo stesso numero di matricola dell’arma e appare “a specchio” con ottime condizioni della rigatura. Non è noto per quanti tiri sia stata utilizzata. La canna IGB Austria (Fig. 3, in alto) è lunga 12,6 cm (4,96”), è a sezione poligonale con passo di rigatura 1 giro in10” ed è in calibro 9×19. La canna ha avuto un utilizzo di soli 200 tiri.

 

 

Fig. 3

Per consentire un adeguato scorrimento tra il carrello della SIG p210-1 e la  canna IGB, è stato necessario ridurre il diametro della canna di alcuni centesimi di millimetro, raschiandola circonferenzialmente.

Sono stati utilizzati un bersaglio che consiste in una linea verticale e bersagli consistenti in un disco nero avente diametro di 19 cm. I bersagli sono stati posti alla distanza di 25 metri. La prova è stata effettuata a Jesolo presso il Centro di tiro Cavazuccherina.

Nel caso del bersaglio presentante una linea verticale i tiri sono stati effettuati con una presa a due mani e con l’ausilio di un appoggio per l’impugnatura, al fine di ridurre quanto possibile gli errori di tiro da movimento. Nel caso dei bersagli con disco nero i tiri sono stati effettuati con una presa a due mani senza appoggio.

Sono state utilizzate cartucce ricaricate con bossoli G.F.L, polvere Vihtavuori N340 alla dose di 5,6 grani, inneschi Small Pistol Fiocchi, palle Fiocchi FMJ-RN da 124 grani. E’ stata preliminarmente valutata la velocità impressa da dieci cartucce del lotto utilizzato per la prova: 364 +- 3,87 m/s.

 

 

Fig. 4

 Risultati
In figura 4 è indicato l’esito di sei tiri effettuati con ciascuna canna rispetto a una linea verticale. I tiri sono stati ampiamente distribuiti lungo la linea, per evitare sovrapposizioni. I fori ottenuti con la canna SIG sono cerchiati in colore rosso; i fori ottenuti con la canna IGB sono cerchiati in colore verde. L’esito dei tiri evidenzia che l’arma è stata tarata precisamente per la canna originale. Infatti, utilizzando la canna SIG, è stato possibile allineare esattamente con la linea verticale 4/6 fori ; due lievi errori di mira hanno prodotto due fori scostati dalla linea rispettivamente di 0,8 cm e di 2,1 cm.

Con la canna IGB i fori si sono disposti su una linea verticale distinta, posta parallelamente alla linea di bersaglio, alla sua sinistra a una distanza di circa 2 cm. In sostanza, l’inserimento della canna IGB ha determinato un lieve spostamento del tiro a sinistra sul piano orizzontale. Si può notare che l’allineamento verticale dei sei fori “IGB” appare complessivamente meno preciso, ma per questo aspetto deve essere considerata la possibilità che abbia inciso la variabilità nella precisione del tiratore, seppur aiutato dall’appoggio dell’arma. Il foro più vicino alla linea centrale di bersaglio ne dista 1,7 cm, il foro più distante ne dista 3,2 cm.

In figura 5 e in figura 6 è indicato l’esito di una prova alla distanza di 25 metri, effettuata rispettivamente con canna SIG e con canna IGB. La prima prova è stata effettuata con la canna SIG: il 90% di 40 tiri è stato concentrato all’interno del disco. La seconda prova è stata effettuata con la canna IGB: l’85% dei tiri è stato concentrato all’interno del disco. La prova è stata interrotta, per evitare che nei successivi 20 tiri emergessero errori da affaticamento muscolare, avendo ormai constatato che la qualità offerta dalla canna IGB non appariva inferiore alla canna SIG.

 

Fig. 5 – prova a 25 metri con canna SIG

Breve discussione
Il tiro a segno con arma da fuoco può essere un’attività finalizzata a un allenamento per finalità difensiva, oppure, in ambito militare, anche per finalità offensiva. Al di fuori di questi ambiti non è altro che un gioco per adulti. E’ dunque un’attività futile? In realtà, i giochi hanno un loro significato ad ogni età, anche se l’età non è più giovanile. Per esempio, nel tiro a segno può essere sublimata l’aggressività nei confronti di esseri umani, che sono sostituiti da bersagli in cartone o in metallo. Ho la vaga idea che in alcuni appassionati di tiro dinamico vi sia questa recondita pulsione inconscia. Infatti, vi sono alcuni bersagli, utilizzati particolarmente nel tiro dinamico (Fig. 1), che evocano più o meno vagamente il tronco di un corpo umano. Una pulsione di aggressività può così sublimarsi in atto giocoso, che rasserena la mente, rendendola più “gentile” nella vita reale. Forse, molti litigiosi politici potrebbero beneficiare di questo gioco, depurandosi da quella sgradevole malevolenza, che induce ad accusare polemicamente, a tentare di “uccidere” nella credibilità, invece di essere propositivi…Anche nei giochi di antagonismo a squadre, come il rugby e il calcio, pulsioni di aggressività hanno possibilità di risolversi in modo pacifico. Il giocatore entra in un contesto di competizione, che tuttavia impone l’educazione al rispetto e al riconoscimento delle regole. I giocatori possono imbattersi in errori di comportamento, che tuttavia non causano irreversibili danni, come in una battaglia militare.
Nel tiro statico è più probabile una sublimazione della passione per la caccia. Personalmente nei bersagli potrei vedere orsi e lupi, animali che volentieri vorrei non incontrare nei nostri boschi (o perlomeno incontrare con un fucile al mio fianco), ma che qualcuno ha voluto inserire nei miei luoghi preferiti. Ma nel tiro a segno avverto soprattutto il piacere della precisione faticosamente raggiunta nel campo dell’abilità motoria: il tiro è apparentemente statico, in realtà impegna mente e muscoli a tutto campo. Il coordinamento motorio è tutt’altro che semplice, come ben si accorge chi prova a tirare al bersaglio per la prima volta. La tensione al miglioramento è fatica, ma si risolve in appagamento per il miglioramento o comunque per il buon esito della prestazione, che rasserena negli impegni della vita.

Fig. 6 – Prova 25 metri con canna IGB

Le SIG sono armi che si prestano con le migliori qualità per questo gioco, per dare soddisfazioni. Tuttavia, il loro utilizzo diventerà sempre più problematico per la progressiva usura delle canne originali, essendo da tempo cessata la loro produzione. In questo studio è stato evidenziato che la sostituzione di una canna SIG originale con una canna IGB può comportare un lieve disallineamento tra l’asse della canna e il sistema di mira. In tal caso è sufficiente effettuare un piccolo adattamento, spostando il mirino in deriva quanto basta per ritrovare corrispondenza tra il bersaglio e il punto di mira sulla linea orizzontale. Tuttavia, nelle due prove a mano libera alla distanza di 25 metri è stato evidenziato che anche senza questo provvedimento una canna IGB offre prestazioni analoghe a una canna SIG.

In conclusione, questo studio orientativo ha evidenziato che una canna IGB può essere un’ottima alternativa alle canne SIG, consentendo di preservarle dall’usura.

 

 

 

 

Note

Nota 1 – Oggi le SIG 9mm P /m49 o il loro corrispettivo civile SIG p210-1 possono essere utilizzate in Italia come armi sportive in competizioni Ex Ordinanza. Paradossalmente la versione sportiva per antonomasia, ovvero la SIG p210-5 in calibro 7,65 Parabellum, non trova un adeguato spazio sportivo, non essendovi in Italia una tradizione di tiro statico al di fuori delle competizioni Ex ordinanza, dalle quali le p210-5 sono escluse, non potendo avere la qualifica di Ex ordinanza. Diversa è la tradizione nei Paesi nordici (Svizzera, Svezia, Finlandia, Norvegia, Scandinavia, Repubblica Ceca), dove il tiro statico è apprezzato.

Nota 2 – Questo studio è stato realizzato senza finalità di lucro e in assenza di alcun interesse commerciale con le aziende citate o con altri soggetti.