Fig. 1

di Enrico Ganz

 

Introduzione

Il compensatore è un dispositivo inserito sulla volata di una canna da fuoco con la finalità di ridurre il rilevamento dell’arma, ovvero quella forza che spinge l’arma verso l’alto al momento dello sparo.

Strutturalmente il compensatore consiste in un blocchetto in acciaio, nel quale è alloggiata una camera di forma e volume variabile. Il dispositivo presenta due fori perfettamente allineati: uno dei due consente l’inserimento della canna, l’altro consente l’uscita della palla. Parte del gas che spinge la palla al momento dello sparo si espande nella camera del compensatore ed esce attraverso fori o aperture, dette “luci”, ricavate nelle sue pareti. Queste aperture hanno un orientamento studiato per ottenere che il gas fuoriuscente eserciti una forza contraria al rilevamento dell’arma; sono quindi tipicamente collocate sulla superficie superiore del compensatore, ma in alcuni casi possono trovarsi fori anche sul lato destro o sinistro, per contrastare la forza torcente causata dalla rotazione della palla nella rigatura della canna (1). 

Scopo del compensatore è di mantenere il più possibile la stabilità dell’allineamento nella mira tra un tiro e quello seguente. Ne possono beneficiare in particolare le canne di armi lunghe di grosso calibro, ma anche, all’estremo opposto, persino un’arma ad aria compressa di calibro molto piccolo utilizzata per agonismo. Nel caso di un’arma ad aria compressa ne beneficia non tanto la stabilità dell’arma, quanto piuttosto la stabilità del pallino espulso dalla canna, essendo risparmiato dalla turbolenza dei gas, parzialmente deviati dalla sua traiettoria grazie al compensatore. Quindi, in questo ambito il compensatore può avere un razionale nella ricerca di una precisione millimetrica (1).

Nel caso dei revolver il compensatore non è un dispositivo di utilizzo standard. In alcuni casi, esso funge anche da modico peso all’estremità della canna, contribuendo a contrastare il rilevamento. E’ del resto noto che in ambito agonistico possono essere aggiunti pesi alla canna, per migliorarne la stabilità tra un tiro e l’altro. Ma il fatto che il compensatore non abbia un utilizzo sistematico nell’ampia varietà di modelli di revolver ci indica che evidentemente non ne è stata dimostrata una chiara utilità. Probabilmente, questo dispositivo, quando presente in un revolver con cartucce di potenza inferiore alle .460 SWM, assume valenza più estetica che pratica, in particolare quando l’arma è maneggiata da mani esperte. 

In questo breve articolo riporto un caso di dislocamento del compensatore in un revolver. Non mi risulta che siano state finora descritte le conseguenze di questo fenomeno al momento dello sparo. 

 

Fig. 2

Caso

L’anomalia verificò in un revolver che dalla data del primo utilizzo alla data in cui si manifestò il malfunzionamento esplose 200 cartucce commerciali .38 Special 158 gr e 450 cartucce commerciali .357 Magnum 158 gr. 

Collocati correttamente 25 colpi nell’area centrale del bersaglio (.357 Magnum 158 gr), i successivi fori comparvero inspiegabilmente in prossimità dell’angolo inferiore destro del cartellone e infine si constatò la costante assenza del foro nel cartellone nonostante tutta l’attenzione posta nella mira. A questo fenomeno si associavano due ampie vampe ai lati del cilindro, alle quali si accompagnò una progressiva brunitura sulla superficie metallica del cilindro. Fu quindi attaccato un secondo cartellone al bordo inferiore del cartellone già in sede, ottenendo con tiri a distanza di 7 metri quanto si osserva in figura 2: le palle deviavano dalla bocca della canna verso destra e in basso e strappavano la carta del secondo cartellone. Verificata l’arma, risultò che la causa era determinata dal lieve avanzamento antero-inferiore del compensatore in conseguenza dell’allentamento della vite che lo agganciava alla camicia della canna. 

In figura 1 si possono notare i danni sul compensatore, consistenti in un’allargamento di una delle luci, causato dai repentini innalzamenti pressori dei gas al momento dello sparo; in figura 3 la rondella e la vite, che fissa il compensatore alla canna.

 

Discussione

Il caso qui riportato  evidenzia gli effetti del dislocamento di un compensatore al momento dello sparo. Il compensatore aveva subìto una dislocazione antero-inferiore con conseguente perdita dell’allineamento tra il suo foro e il canale della canna. In tal modo il proiettile batteva contro il compensatore con tre effetti: la deviazione della sua traiettoria, l’irregolare sua rotazione nell’aria, conseguente sia all’urto contro il compensatore, sia alla perdita dello spin impresso dalla rigatura della canna; l’iperpressione nella camera del compensatore, che è stata in grado di piegare posteriormente un ponte metallico separante due delle tre luci. L’iperpressione si manifestava verosimilmente nel momento in cui il proiettile urtava contro il compensatore in corrispondenza dei suo foro d’uscita, rallentando in questa sede significativamente e istantaneamente rispetto ai gas e divenendo perciò un elemento temporaneamente ostruente. 

Le conseguenti manifestazioni sono state le vampe di fuoco “ad ali d’uccello”, che si allungavano a ciascun lato del cilindro, il progressivo deposito di residui di combustione sulla superficie del cilindro, l’ampia distanza tra il punto di mira e l’effettivo punto di impatto della palla, la comparsa di lacerazioni cilindriche nel cartone del bersaglio. E’ possibile anche l’assenza del foro nel cartellone nonostante tutta l’attenzione posta nella mira. Non mi risulta che questa particolare “sintomatologia” sia stata finora descritta. 

Vampe di fuoco in un revolver possono comparire quale segno di un caricamento troppo “caldo” della cartuccia, ovvero con un eccesso di polvere. E’ un problema che deriva da errori di ricarica casalinga.  Un’altra causa – più teorica, che reale nel caso dei revolver – è l’ostruzione della canna, che può condurre alla rottura dell’arma nel momento in cui si fa esplodere la cartuccia, tirando il grilletto. E’ un evento raro anche nel caso delle semiautomatiche, ma particolarmente pericoloso, essendo proiettate in varie direzioni ad alta velocità componenti dell’arma (Nota 1). Se il proiettile non esce immediatamente dalla canna al momento del tiro, la causa non è necessariamente un’ostruzione, ma può trattarsi di un “arresto di palla”. Con questa espressione si intende una ritardata attivazione del processo di combustione, che giunge comunque a maturazione nell’arco di tempo variabile tra decimi di secondo e alcuni secondi (2). Si verifica quindi una situazione molto rischiosa, poiché il tiratore potrebbe puntare la canna in direzioni non opportune (per es verso il suo volto), convinto che il processo di combustione non si sia attivato. Anche questo incidente ha tipicamente come causa un’imprecisa ricarica casalinga di cartucce di grosso calibro (per es 460SWM, 500SWM) a livello di crimpaggio. Nel caso qui descritto l’assenza del foro sul bersaglio in corrispondenza della mira dopo lo sparo non dipendeva da un proiettile ritenuto, ma dalla deviazione di un proiettile. 

Il primo messaggio che questo case report ci fornisce è che l’utilizzo di armi per uso sportivo non è esente da rischi e che questi rischi devono essere ben conosciuti anche tramite la loro pubblicazione.

In secondo luogo, questo case report è un contributo alla conoscenza di un malfunzionamento in un revolver, causato dal dislocamento di un compensatore.  

Fig. 3

In terzo luogo, questa esperienza indica che non si deve dare per scontata la qualità di un prodotto per il solo fatto che esso esce da un’azienda importante. Nel caso specifico di un compensatore è prudente verificare la modalità della sua connessione alla canna, considerando che questo accessorio è collocato in un’area decisamente delicata dell’arma, ovvero in corrispondenza della volata. Nel caso qui riportato il compensatore era tenuto in sede da una sola vite provvista di rondella tagliata. A mio parere si tratta di un’inadeguata progettazione, considerando che su una questione tanto importante non si può fare affidamento a una sola vite, per mantenere in sede un compensatore: se la vite si allenta nel corso di una sessione di tiro, il compensatore slitta in una posizione tale da diventare un deviatore di palla.  Al fine di ostacolare l’allentamento di una vite è possibile inserirvi una rondella Grower. In questo compensatore la rondella presentava un taglio, ma  non la caratteristica conformazione della rondella Grower, essendo perfettamente piana. 

Se si possiede un compensatore, è dunque necessario valutare il modo in cui esso è fissato alla volata, per prevenire malfunzionamenti; e se si decide di posizionarne uno, avere chiare nozioni di meccanica o farsi consigliare sul modo di ridurre il rischio di un allentamento dei mezzi che fissano il dispositivo.  

 

 

Nota 1. Non è facilmente documentabile il momento in cui un’arma esplode, ferendo il tiratore. Può essere istruttivo rendersi conto dell’effetto, visionando il filmato di Kentucky Ballistics in Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=1449kJKxlMQ

 

Bibliografia

1. Armi e tiro. Come funzionano i freni di bocca? In: https://www.armietiro.it/come-funzionano-i-freni-di-boccat-12778#:~:text=                                                                                                                      

2. Dell’Acqua M.  Rompifiamma, compensatori, freni di bocca e altri dispositivi. In: https://www.all4shooters.com/it/tiro/accessori/tecnica-rompifiamma-compensatori-freni-di-bocca/

3. GruRiFrasca. .460 Smith & Wesson Magnum. In: https://www.youtube.com/watch?v=1449kJKxlMQ