Fig. 1 – Confronto tra il mirino di una Walther PPK 7,65 e un seme di riso

di Enrico Ganz

 

In un precedente articolo ho riportato una mia esperienza sugli espedienti tecnici utili per ridurre la resistenza del grilletto in una vecchia Walther PPK 7,65 (1) una storica semiautomatica compatta, progettata e inizialmente prodotta in Germania nel 1932 (2). 

La Walther PPK, oggetto della mia attenzione, era stata un pezzo prodotto in Francia tra gli anni ’60 e ‘70 del secolo scorso dall’azienda Manurhin su licenza Walther. Esaminandola, avevo notato subito l’elevata resistenza del grilletto. La misurazione forniva un valore di 3000 grammi; un valore incompatibile con la ricerca di un’accettabile precisione nel tiro a segno sulla distanza di 25 metri. Tuttavia, un’accurata pulizia e lubrificazione del meccanismo mi aveva consentito di ridurre la resistenza a 2600 grammi. Non soddisfatto, avevo provveduto a smontarla, per effettuare una lucidatura sul dente del cane. Questa operazione ha consentito di ridurre la resistenza a 2450 grammi. 

Nel citato articolo avevo accennato alla possibilità di un taglio delle molle, che intervengono nella dinamica del cane (Fig. 2), per ridurre la resistenza; espediente allettante, ma anche rischioso: vi sarebbe stata la possibilità di compromettere l’efficacia della percussione con il rischio che l’innesco della cartuccia non si attivasse. In tal caso il problema maggiore sarebbe stato tornare alla situazione pre-esistente. Infatti, in generale, un problema dei vecchi meccanismi è il trovare pezzi di ricambio.

Fig. 2 – Molla del blocco del cane (a sinistra) e molla della leva del cane accorciata

 Ma, infine, con un po’ di pazienza sono riuscito a reperire e ad acquistare le due molle: la  molla del blocco del cane e la molla della leva del cane. A questo punto è stato possibile provare l’espediente del taglio delle molle, per tentare di ridurre la resistenza del grilletto. 

Ma la molla di ricambio per un’arma non più in produzione è pur sempre una merce non facilmente reperibile. Quindi, per evitare di dedicare le mie giornate alla ricerca di molle, ho iniziato un percorso prudente, scegliendo di tagliare la sola molla della leva del cane. Il taglio è stato molto contenuto: in figura 2 è evidenziato il tratto di spirale da me asportato con l’ausilio di una piccola fresatrice. 

La nuova misurazione ha fornito un valore di 2350 grammi. E’ un valore  soddisfacente: le moderne PPK-S presentano valori compresi tra 2200 e 2300 grammi (3). 

Ho quindi deciso di recarmi in un Centro di tiro a segno, per verificare se questa riduzione della resistenza si sarebbe tradotta in un miglioramento dei risultati, precedentemente riportati nell’articolo “Una Walther PPK 7,65 sotto il fuoco dell’analisi”, pubblicato in questo sito nel giugno 2024. Tuttavia, ho considerato che si sarebbe prodotto un importante bias, trovandomi a quel tempo in iniziale curva di apprendimento: sul risultato avrebbe inciso più la differenza nella mia generale esperienza complessiva nel tiro a segno tra i due momenti storici, che il taglio della molla. Ho quindi preferito verificare un altro aspetto: se il taglio della molla fosse causa di malfunzionamento, tenendo presente che precedentemente al taglio non avevo mai osservato una difettosa attivazione dell’innesco. Dopo il taglio, su 150 tiri con cartucce ricaricate con inneschi Fiocchi, sei inneschi non si sono attivati. Tre di questi inneschi si sono attivati al secondo tentativo, segno che probabilmente essi non erano stati posizionati ad adeguata profondità in corso di ricarica. Ho quindi confrontato la profondità delle tacche prodotte su 25 inneschi Fiocchi “pretaglio” e su 20 inneschi Fiocchi post-taglio, riscontrando che effettivamente la profondità è lievemente ridotta negli inneschi utilizzati successivamente al taglio della molla. Ho successivamente effettuato un’altra prova con 130 cartucce ricaricate. In questo caso ogni cartuccia è stata esaminata, utilizzando un metodo da me messo a punto: il bordo di un righello metallico è posizionato sul fondello. Se l’innesco è adeguatamente affondato, deve essere visualizzata per transilluminazione una sottile fessura tra l’innesco e il bordo del righello. Le cartucce con inneschi non perfettamente affondati sono stati ripassati nella pressa e riesaminate. Al termine della verifica tutti gli inneschi erano considerabili “adeguatamente affondati” secondo questo metodo di valutazione. In questa serie una sola cartuccia ha presentato un malfunzionamento. E’ dunque verosimile che nella prima serie il malfunzionamento si sia manifestato per l’associarsi di una riduzione della forza di abbattimento del cane, conseguente al taglio della molla, con un imperfetto posizionamento dell’innesco nel bossolo in corso di ricarica. La percentuale di malfunzionamenti osservati nella seconda serie (0,77%) non pone problemi in ambito ludico, mentre non sarebbe certamente accettabile in un utilizzo per difesa; in tal caso è ben preferibile un grilletto leggermente più “duro” rispetto al rischio di un malfunzionamento da mancato innesco di cartuccia.

Ottenuto l’obbiettivo di ridurre quanto più possibile la resistenza del grilletto, ho proseguito nel progetto di comprendere se la Walther PPK 7,65 sia adeguata per il tiro a segno alla distanza di 25 metri, tenendo conto del fatto che per alcuni la Walther PPK 7,65 avrebbe in realtà una precisione accettabile nel tiro fino a un massimo di 7-10 metri, offrendosi quindi come arma compatta per difesa nello spirito per cui fu prodotta nel 1932 in Germania: essere fornita in dotazione a un Corpo di agenti in borghese; e nello spirito per cui successivamente essa acquistò notorietà internazionale negli anni ’60 del secolo scorso tramite alcuni noti film di avventura, nei quali compare come arma da difesa assegnata all’agente in borghese James Bond. 

Contrariamente a questa opinione, sarebbe possibile utilizzare con soddisfazione quest’arma nel tiro a segno statico alla distanza di 25 metri o addirittura utilizzarla favorevolmente in una competizione Ex ordinanza alla distanza di 25 metri? E, se lo fosse, di quanto si scosterebbe la precisione di una Walther PPK 7,65 alla distanza di 25 metri rispetto a una SIG P m/49 (o corrispettivo civile p210-1) a parità di esperienza di tiro? 

Fig. 3 – Esito di 50 tiri a 25 metri con Walther PPK 7,65

 

La prova

Per dare una risposta ai precedenti interrogativi, mi sono recato in tre Centri di tiro, per prove al coperto e in campo aperto. Sono state utilizzate la Walther PPK 7,65, nel modello francese qui precedentemente citato, con caricatore privo di appoggiamignolo e una SIG p210-1, prodotta nel 1969.  Per entrambe le armi sono state utilizzate cartucce ricaricate. Per la Walther PPK sono stati utilizzate cartucce composte da bossoli G.F.L. e da palle Fiocchi FMJ-RN con peso dichiarato di 73 grani. La pesatura di 60 palle ha fornito una media di 73,66 grani; l’80% dei pezzi ha presentato una massa compresa tra 73,6 grani e 73,8 grani. L’innesco è Small Pistol Fiocchi. E’ stata utilizzata una polvere monobasica tubulare “rapida” a bassa densità (Fiocchi FREX Red). Alcune prove sono state effettuate alla dose di 2,5 grani, altre alla dose di 2,9. La velocità ottenuta con un lotto di prova con dose di 2,5 grani è stata di 272 +- 8,14 m/s (estremi 259 m/s e 281 m/s) con un coefficiente balistico (CB G1) di 0,119; la dose di 2,9 grani ha fornito una velocità di 329 +- 6,76 m/s con CB (G1) di 0,121. 

Le prove di lotti con dosaggi superiori hanno consentito di portare la media della velocità fino a 370 +- 2,8 m/s con progressiva riduzione del CB (G1) – misurato con cronografo True Ballistic – fino a valori compresi tra 0,077 e 0,10 (nella maggior parte delle serie il valore è stato < 0,1). E’ stata preferita una velocità subsonica, allineandosi alla scelta della maggior parte delle aziende, che commercializzano cartucce con velocità non superiore a 300 m/s (unica eccezione che mi è nota, la Buffalo Bore – azienda nello stato dell’Idaho -, che commercializza cartucce +P con velocità di 350 m/s). 

Per la SIG P 210-1 in calibro 9×19 Parabellum (Nota 1) sono stati utilizzati bossoli G.F.L, palle Fiocchi FMJ-RN da 124 grani, inneschi Small Pistol Fiocchi e 5,6 grani di polvere Vihtavuori N 340 (media delle velocità: 366 +-2,12 m/s). 

Fig. 4 – Esito di 45 tiri a 25 metri con Walther PPK 7,65

Per le prove è stato utilizzato un tipico bersaglio per gara alla distanza di 25 metri, che offre un disco nero centrale ad anelli concentrici con diametro di 20 cm e anelli concentrici esterni per un complessivo diametro di 50 cm. Per alcune prove ho utilizzato lo stesso tipo di bersaglio in colore rosso; colore, che favorisce l’orientamento per il migliore contrasto rispetto al mirino. Per ogni prova è stato utilizzato un numero di cartucce compreso tra trenta e cinquanta.

Tutte le prove sono state effettuate con tiri lenti (limite imposto: non > 1 minuto per tiro) in piedi senza appoggio con impugnatura a due mani. Nel corso delle prove è maturata la decisione di abbandonare la posizione con pollice della mano sinistra in posizione flessa e di adottare la tradizionale impugnatura con pollice esteso, appoggiato sul carrello.

Le prove (circa una decina) hanno consentito di ottenere percentuali di tiro contenuto nel disco del 60% nelle fasi iniziali e del 70% nelle fasi finali (30-50 tiri/bersaglio). Riporto nella figure 3 il primo risultato accettabile su disco nero: 76% dei tiri contenuti nel disco.  

Sono state successivamente effettuate alcune prove con gli stessi criteri, utilizzando una SIG p210-1 (resistenza del grilletto 2100 grammi; lunghezza della canna 12 cm). Le figure 3 e 5 evidenziano il migliore risultato ottenuto rispettivamente con Walther PPK 7,65 e con SIG p210-1 su bersaglio nero: 78% dei tiri con Walther PPK versus 95% dei tiri con SIG p210-1. Il risultato è stato a favore della SIG, nonostante che fosse leggermente maggiore l’esperienza del tiratore nell’uso della Walther PPK rispetto alla SIG. 

Fig. 5 – Esito di 40 tiri a 25 metri con SIG p210-1

 

Commento

La difficoltà soggettiva nel tiro a 25 metri con una Walther PPK è ben apprezzabile, in particolare agli inizi dell’esperienza, per lo sfavorevole abbinarsi di elevata resistenza del grilletto, di un piccolo mirino (Fig. 1) e di una corta distanza tra tacca di mira e mirino; minimi scostamenti da un perfetto allineamento tra mirino e tacca di mira si traducono in significativi spostamenti del tiro rispetto al bersaglio. La difficoltà diventa elevata quando con un mirino tanto piccolo si mira a un disco nero, non essendovi contrasto tra colori, ma contrasto tra due tonalità di nero. In questa esperienza il risultato è in effetti migliorato notevolmente, passando al tiro su un disco di colore rosso (colore non previsto nelle competizioni), che consente un adeguato contrasto rispetto al colore nero del mirino: la percentuale dei tiri nel disco è salita al 95%. Questo risultato indica che l’arma ha una precisione intrinseca notevole, nonostante la canna corta e un calibro tra i non meglio apprezzati per il tiro di precisione. 

Vi sono per contro fattori ambientali che possono far precipitare la qualità della prestazione. Per comprendere questo aspetto, sintetizzo lo svolgimento di una scadente prova su disco nero, effettuata in campo aperto in una giornata di freddo particolarmente intenso (fig. 6): i primi otto tiri sono stati malamente indirizzati alcuni centimetri a destra del disco nero, non essendomi stato possibile definire il contrasto tra il mirino e il disco a causa di un velo lacrimale, reattivo al freddo, che offuscava la vista. A questo punto ho interrotto la prova, per dipingere il mirino con colore acrilico bianco. L’effetto è stato un netto miglioramento della prestazione, con una lunga serie di tiri contenuti nel disco. Con l’imbrunire e con il persistere della lacrimazione il mirino ha cominciato ad apparire come un puntino bianco dai contorni sfumati, difficilmente inquadrabile nella tacca di mira, e l’insistere nei tiri ha condotto a posizionarli malamente alcuni centimetri esternamente al disco nero in alto e a sinistra. Il risultato è consistito nel 60% dei tiri nel disco nero; ma sarebbe stato del 100%, in assenza della fase iniziale (mirino nero su sfondo nero, lacrimazione reattiva al gelo) e della fase finale (scarsa illuminazione). 

Questo studio ha consentito di stabilire che l’acquisizione di esperienza e l’operatività ludica in condizioni accettabili (ambiente climatizzato, adeguata illuminazione) consentono di ottenere molta soddisfazione nel tiro statico alla distanza di 25 metri con una Walther PPK 7,65, essendo dotata di notevole precisione intrinseca.

Questo studio ha fornito anche un preciso orientamento nelle seguenti questioni: sarebbe possibile utilizzare favorevolmente quest’arma in una competizione Ex ordinanza alla distanza di 25 metri? E, se lo fosse, di quanto si scosterebbe la precisione di una Walther PPK 7,65 alla distanza di 25 metri rispetto a una SIG P m49 (o corrispettivo civile p210-1) a parità di esperienza di tiro? 

In una competizione Ex ordinanza una Walther PPK 7,65 potrebbe presentarsi dignitosamente, ma difficilmente potrebbe primeggiare. In particolare, nel confronto con una CZ 75 o con una SIG non vi sarebbe storia a parità di esperienza del tiratore; il divario apparirebbe anche più netto, se nella SIG fosse montata una canna in calibro 7,65 Parabellum. A conferma di questa affermazione, riporto la mia migliore prova con SIG p210-1 alla distanza di 13 metri: la rosata è abbastanza concentrata da aver aperto con 40 tiri un cratere nel cartellone (fig 6), mentre con la Walther PPK 7,65 non vi è stato verso di ottenere questo risultato, probabile segno che è arduo evitare una dispersione dei tiri in relazione allo sfavorevole abbinarsi tra mirino molto piccolo, corta distanza tra mirino e tacca di mira ed elevata resistenza del grilletto, che induce a micromovimenti della mano al momento del tiro. 

Non ho calcolato il tempo utilizzato per le prove, ma è stato significativamente maggiore nel caso della Walther PPK 7,65, essendo meno agevole il corretto allineamento tra tacca di mira e mirino a causa delle loro piccole dimensioni, nonché il coordinamento tra i micromovimenti necessari per l’allineamento e quelli per lo scatto, per l’elevata resistenza del grilletto. 

 

Conclusioni  

In conclusione, in questo studio sono state affrontate tre questioni: 

– la modalità per ridurre la resistenza del grilletto di una Walther PPK 7,65, essendo eccessivamente elevata per gli standard moderni;

– la qualità di tiro di una Walther PPK 7,65 alla distanza di 25 metri;

– quale possibilità di successo potrebbe avere una Walther PPK 7,65 in una competizione Ex ordinanza rispetto a una SIG p210-1.

In relazione alla prima questione è stato notato che le caratteristiche intrinseche del meccanismo sono compatibili con un modico taglio della molla della leva del cane, ma che è necessaria molta cautela nell’entità del taglio, per evitare malfunzionamenti da mancata attivazione dell’innesco.

E’ ben certo che la molla fu studiata dai progettisti per restituire la minima forza sufficiente a far abbattere adeguatamente il cane sul percussore. E’ quindi lecito ridurre quanto più possibile la resistenza del grilletto con un’accurata pulizia del meccanismo seguita da una lucidatura, mentre un taglio molto contenuto della molla del cane è consigliabile quale rimedio aggiuntivo solo per finalità ludiche, potendosi associare a occasionali mancate attivazioni dell’innesco, che non è disturbante, ma che sarebbe inaccettabile nel contesto di un utilizzo difensivo. Inoltre, una molla meno efficiente potrebbe associarsi a un aumento del tempo di abbattimento del cane sul percussore, determinandosi le condizioni favorevoli per strappi al momento di tiri in rapida sequenza. 

In relazione alla seconda questione, l’orientamento emerso è che una Walther PPK 7,65 non ha la strada preclusa a un onorevole risultato nel tiro al bersaglio alla distanza di 25 metri, ma questa strada è impegnativa per l’associarsi di piccole dimensioni del mirino, corta distanza tra tacca di mira e mirino ed elevata resistenza del grilletto. Tuttavia, la Walther PPK 7,65 presenta una buona precisione intrinseca, come si può intuire, valutando in fig.3  il risultato che è stato possibile ottenere su un bersaglio per gara con un breve allenamento e che potrebbe certamente migliorare con un più intensivo allenamento. 

Fig. 6 – Esito di 40 tiri a 13 metri con SIG p210-1

In relazione alla terza questione,  appare evidente che la tedesca Walther PPK 7,65 non può essere vincente con una concorrente Ex ordinanza un po’ atipica nell’ambito delle armi militari, ovvero con la SIG 9mm P m/49 (o il suo corrispettivo civile p210-1), arma che fu acquistata negli anni ‘50 del secolo scorso dalle Forze armate svizzere e danesi, ma che la Schweizerische Industrie Gesellschaft progettò, produsse e sottopose a controllo di qualità, pensando più alla precisione del tiro, che alle qualità utili per un campo di battaglia. E’ anche difficile pensare di poter sovrastare con una Walther PPK 7,65 le prestazioni di armi quali la CZ 75, la Walther PP e alcuni modelli di Glock ex ordinanza. 

Nei Centri di tiro la Walther PPK 7,65 è ignorata. Eppure, quest’arma – se oculatamente selezionata nel mercato dell’usato e accuratamente restaurata – presenta un’ottima precisione intrinseca perlomeno fino alla distanza di 25 metri e, perciò, nell’ottica di un impiego ludico essa offre interessanti opportunità per confrontarsi con le difficoltà, fino a raggiungere ottimi e gratificanti risultati nel tiro statico. Tuttavia, in una competizione troverebbe ragionevole spazio solo se il confronto tra tiratori avvenisse con lo stesso tipo di arma.

 

 

 

Riferimenti

1. Ganz E. Una Walther PPK 7,65 sotto il fuoco dell’analisi. www.enricoganz.it

2. Rankin J.L.. Walther PP und PPK 1929 -  45. Verlag Stocker-Schmid Motorbuch Verlag.

3. Rieger R. Walther PPK: il ritorno di una leggenda. All4Shooters.com, Ottobre 2021.

 

Nota 1 – Il termine “Parabellum”, applicato ad alcuni calibri e cartucce, deriva dal detto antico dei Romani: “Si vis pacem para bellum; Se vuoi la pace, prepara la guerra”. Al giorno d’oggi forse sarebbe meglio dire: “Se cerchi la pace, valuta le altrui esigenze” 

Questo studio è stato realizzato senza finalità di lucro e in assenza di alcun interesse commerciale con le aziende citate o con altri soggetti.