“Lascia Gesù, lascialo andare,
puoi seguirlo nell’abbraccio del tuo cuore.
Metti Gesù dentro il tuo amore,
per accorgerti che niente è da adorare,
Ehi, io credo in Te
(Claudio Rocchi, in “Lascia Gesù)
Il “Discorso della montagna” è un importante documento del cristianesimo, rintracciabile nel vangelo di Matteo. Si è ritenuto che il Cristo abbia tenuto questo discorso su un’altura contigua al lago di Tiberiade (detto anche “lago di Galilea”). Attorno alla parte meridionale del lago vi sono modeste alture con scarsa vegetazione, facilmente visualizzabili tramite GOOGLE maps. E’ verosimile che in questi luoghi il maestro abbia avuto occasione di parlare davvero a discepoli e folle, ma il brano noto come “Discorso della montagna” potrebbe rappresentare una summa dei punti salienti della sua predicazione, espressi in tempi e in luoghi diversi della Galilea e della Giudea, piuttosto che essere la fedele registrazione della voce di Gesù in una precisa giornata. La stessa collocazione di Gesù sul monte sarebbe simbolica, finalizzata a sottolineare l’analogia tra Gesù e Mosè: come sul monte Sinai Mosè ricevette la Legge da Dio, così Gesù, figlio di Dio, volle trasmettere la sua “Legge”. Una legge che è conferma dei cosiddetti “Dieci comandamenti”, ma che è anche nuova legge per il netto superamento dei fondamenti etici dell’antica legge mosaica: non più timorosa osservanza di precetti, per un tornaconto nei rapporti con il divino, ma in primis la legge dell’amore filiale tra uomo e Dio e dell’amore fraterno tra gli uomini. Ed è una legge tanto semplice, quanto fondamentale, riassumendo comunque in sè i classici dieci comandamenti.
Parte di questo discorso è riportato con sfumature differenti anche dal vangelo di Luca, ma in questo caso Gesù parla in pianura. Il discorso è quindi noto come “Discorso della pianura”. Gli ascoltatori e i lettori del vangelo di Matteo erano ebrei, quindi più sensibili a percepire il simbolismo della montagna, che riconduceva alla grande figura di Mosè. Il vangelo di Luca era indirizzato ad altri popoli, per i quali la collocazione geografica del discorso non aveva un particolare significato in termini simbolici.
Come è stato osservato, il “Discorso della montagna” rappresenta “la Carta costituzionale” del cristianesimo. Non è mia intenzione analizzarlo; vi hanno già provveduto numerosi teologi, tra i quali segnalo l’analisi di Joseph Ratzinger nel quarto capitolo del volume “Gesù di Nazareth”. Qui semplicemente presento una mia opera in bronzo, dedicata al discorso della montagna, sintetizzandone il percorso di realizzazione e il significato.
Percorso di realizzazione
L’opera consiste in una statua alta 80 cm, rappresentante il Cristo, che da un’altura invita la folla a seguirlo sulla via del regno dei Cieli (Fig. 2a-c).
Nella sua realizzazione sono identificabili le seguenti principali tappe:
I tappa: studio del testo evangelico noto come “Il discorso della montagna” (testo in Appendice).
II tappa: ricerca di una sintesi visivo-ideologica per la quale si rinvia al successivo paragrafo “Significato”. Per tale fine ho ritenuto opportuno evitare una ricerca dei dipinti storici dedicati a questo tema, per evitare contaminazioni dell’opera. Era mia intenzione che l’opera emergesse direttamente dalla personale immersione nel “discorso” del Cristo.
III tappa: definizione spaziale dell’opera: postura, baricentro, gestualità.
IV tappa: costruzione dello scheletro con aste e lamine di ferro raccordate con viti e bulloni (Fig. 3). I ripiani consentono di supportare la pesante massa della plastilina, che darà corpo all’opera. Lo spazio tra i ripiani è parzialmente riempito con leggera resina espansa e pezzi di legno.
V tappa: copertura dello scheletro con plastilina e modellatura dell’abbozzo (Fig. 4)
VI tappa: modellato sull’abbozzo, ottenendo per successivi stadi l’opera nella sua forma definitiva (Fig. 5).
VII tappa: trasferimento dell’opera su un supporto adatto al calco; distacco dei piedi, per ottenerne un calco separato (Fig. 6).
VIII tappa: calco della statua e delle sue parti, ottenuto con gomma siliconica e rinforzo esterno in gesso.
IX tappa: produzione di una copia in cera, sfruttando il calco.
X tappa: ritoccatura sul modello in cera.
XI tappa: collegamento dei cannelli di scolo in bamboo alla statua in cera e posizionamento del camino di fusione (Fig. 7).
XII tappa: copertura interna ed esterna della statua con materiale refrattario.
XIII tappa: eliminazione della cera tramite i cannelli di scolo per riscaldamento in forno.
XIV tappa: fusione del bronzo.
XV tappa: introduzione del bronzo fuso nell’intercapedine residuata nel blocco refrattario dopo l’eliminazione della cera.
XVI tappa: eliminazione dell’involucro refrattario.
XVII tappa: saldatura delle parti componenti la statua.
XVIII tappa: asportazione delle asperità con sega circolare.
XIX tappa: levigatura del bronzo con abrasivi.
XX tappa: riempimento delle lacune sulla superficie del bronzo con saldatrice ad arco e ulteriore levigatura.
XXI tappa: ritoccatura artistica della statua in bronzo con fresatrice e carta vetrata.
XXII tappa: lucidatura.
XXIII tappa: patinatura con fegato di zolfo.
XXIV tappa: ceratura.
XXV tappa: scelta del sito in cui esporre l’opera (Fig. 1).
XXVI tappa: collocazione nel sito di un macigno in calcare.
XXVII tappa: formazione di un ripiano all’estremità superiore del macigno, utilizzando fresa, scalpello e livella.
XXVIII tappa: foratura del basamento in calcare per l’alloggiamento di robuste aste metalliche.
XXIX tappa: bloccaggio del basamento in bronzo al basamento in calcare, utilizzando le aste metalliche e cemento.
Per gli aspetti tecnici del calco e della fusione ha provveduto la fonderia artistica Stefan (Carbonera, TV).
Significato
L’opera tenta di sintetizzare il movente sentimentale della predicazione di Gesù, della quale il discorso della montagna rappresenta un’importante attestazione: il desiderio di condurre a sè verso una dimensione divina
- gli umiliati, gli offesi e gli afflitti, coinvolti nelle intricate vicende di questo mondo, soccombenti, pur senza colpa;
- coloro che agiscono con sentimento di giustizia, di benevolenza e di misericordia, parchi nel godere dei beni di questo mondo, per non perdere l’affetto in Dio Padre, e disposti nelle difficoltà a “entrare per la porta stretta”, ovvero disposti a rinunciare a quegli opportunismi che siano adatti a ottenere vantaggi mondani per sè, seppur con altrui danno.
In questa impresa Gesù ebbe la percezione di essere “Figlio di Dio”, ma non escluse i suoi fedeli dall’essere essi stessi chiamati a questo ruolo:
“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt, 11, 25).
L’uomo diventa “piccolo”, rinunciando alle vanità mondane che sviano dall’affetto per Dio, ma per questo motivo acquisisce al contempo la ricchezza di diventare “figlio di Dio” e la possibilità di rivolgersi a Dio con l’appellativo di “Padre”, come Gesù stesso suggeriva ai discepoli, proponendo la preghiera del Padre nostro.
Il discorso della montagna (Mt, 5-7)
5:1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3 «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4 Beati gli afflitti, perché saranno consolati. 5 Beati i miti, perché erediteranno la terra. 6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10 Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, 15 né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
17 Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
23 Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
25 Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 26 In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!
27 Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; 28 ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
29 Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. 30 E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
31 Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; 32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33 Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; 34 ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; 35 né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. 36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37 Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; 39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; 40 e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41 E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. 42 Da’ a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44 ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46 Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48 Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
6:1 Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. 2 Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3 Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4 perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
5 Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6 Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
7 Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. 8 Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. 9 Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
10 venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12 e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13 e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
14 Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
16 E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
17 Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, 18 perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
19 Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; 20 accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. 21 Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
22 La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; 23 ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!
24 Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.
25 Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34 Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
7:1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. 3 Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? 4 O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? 5 Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
6 Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
7 Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; 8 perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 9 Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? 10 O se gli chiede un pesce, darà una serpe? 11 Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!
12 Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.
13 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; 14 quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!
15 Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. 16 Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? 17 Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18 un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19 Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 20 Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato dèmoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.
24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».
28 Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: 29 egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.