Arco copiaPresento una semplice procedura sulla valutazione rapida del rischio clinico che proposi nel 2012 nell’ottica di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni professionali nell’U.O. di Chirurgia generale dell’ospedale di Mestre. Come nelle più recenti presentazioni inserite in questo blog, lo scopo è di diffondere alcune idee che potrebbero essere uno stimolo per il miglioramento della qualità anche in altre realtà ospedaliere.

 

“Egregi colleghi,

raccomando alla Vostra attenzione la procedura “Valutazione rapida delle non conformità”, recentemente elaborata per l’U.O. di Chirurgia generale e d’urgenza.

Lo scopo di questa procedura è la prevenzione degli eventi avversi nella nostra attività professionale.

La didascalia di una mia fotografia sul tema dell’errore medico, pubblicata alcuni anni fa nel giornale dell’AIFA, diceva:

“Conoscenza e osservazione evitano l’errore”. 

Purtroppo anche i migliori non sempre possono avere pieno dominio di questi due elementi e le insidie sono sempre numerose.

Come comportarsi quando si verifica un evento avverso o una situazione favorevole al suo verificarsi?

Peggio dell’errore è l’indifferenza per l’errore, consentendo che si ripeta: “Errare è umano, perseverare (con indifferenza) è diabolico”.

Questa procedura può essere un aiuto per chi desidera evitare di porsi in questa condizione.

Sono convinto che essa può essere un valido strumento per il miglioramento continuo delle nostre prestazioni professionali solo se coloro che lo gestiscono hanno due caratteristiche: una buona testa, ovvero capacità analitica e buone competenze clinico-professionali; e inoltre un impulso etico a migliorare le prestazioni sanitarie a prescindere da opportunismi.

E’ infine opportuno notare che la procedura prevede uno scenario di management almeno parzialmente partecipativo; uno scenario che pone il suo fondamento nella fiducia in una sinergia di gruppo per la soluzione dei problemi. Dunque essa potrà essere un valido strumento per un miglioramento continuo nella qualità del nostro servizio solo se vi è una volontà di gruppo in questa direzione.

In attesa di osservazioni utili a perfezionare e a implementare questa procedura vi invio cordiali saluti.

Dott. E. Ganz

 

La valutazione rapida delle “non conformità”

Il governo clinico è definibile “il sistema con il quale le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dei loro servizi e garantiscono elevati standard assistenziali creando le condizioni ottimali nelle quali è favorita l’eccellenza clinica (Scally e Donaldson, 1998).

Il concetto si è sviluppato in Inghilterra nel corso degli anni ’90 e attualmente ha acquisito importanza anche nel nostro Sistema sanitario.

Per attuare il governo clinico è stata definita una serie di raccomandazioni, tra le quali vi è la partecipazione di tutti i professionisti ad audit clinici.

Purtroppo molti considerano il termine “Audit” sinonimo di “discussione di casi clinici” o di “riunione su aspetti organizzativi”, mentre in realtà è una metodica decisamente più elaborata che si articola nei seguenti momenti:

# Individuare un’area dell’assistenza per la quale è ipotizzabile sviluppare significativi interventi di miglioramento: per es evidenza di un basso livello qualitativo in una pratica clinica: complicanze, eventi avversi, lamentele; evidenza di un inappropriato uso delle risorse.

# Scegliere il processo clinico che si intende migliorare.

# Confrontare mediante criteri e indicatori il risultato intermedio o finale del processo clinico che si ritiene migliorabile con il corrispondente valore standard di risultato desunto da fonti professionali (studi EBM, consensus conference, ecc).

# Definire le cause del divario iniziale tra la prassi in studio e gli standard.

# Definire le raccomandazioni e le azioni per il miglioramento.

# Definire il piano di implementazione.

# Implementare le azioni di miglioramento.

# Valutare mediante indicatori gli esiti delle azioni di miglioramento.

 

L’RCA (letteralmente Analisi delle Cause Radicali) è un’altra metodica di non minore potenzialità dell’audit per il miglioramento della qualità delle prestazioni erogate ed è particolarmente indicata per l’identificazione delle cause profonde degli eventi avversi, premessa per aumentare la sicurezza clinica tramite l’elaborazione o l’aggiornamento di procedure.

 

L’audit e l’RCA consentono all’organizzazione di riflettere su sé stessa e conseguentemente di verificarsi per migliorare e rendere più sicure le attività cliniche con una metodologia scientifica. Entrambi contribuiscono dunque a

# fornire garanzie sulla qualità delle prestazioni erogate in termini di appropriatezza, efficacia, efficienza e sicurezza,

# sviluppare procedure e percorsi di cura basati sull’evidenza,

# ridurre l’incidenza di errore e quindi di danno al paziente,

# stimolare nei professionisti sensibilità etica e scientifica nella costante ricerca di appropriatezza e sicurezza delle cure.

 

Purtroppo audit clinico e RCA rappresentano un carico di lavoro difficilmente sostenibile in diverse U.O. in cui le risorse di personale sono strettamente commisurate al carico delle attività cliniche.

Inoltre audit e RCA richiedono un management partecipativo segno di una evoluzione professionale avanzata dei medici inseriti nell’organizzazione di un’U.O. Per sostenere un audit o un RCA essi devono avere

# esplicito interesse al miglioramento della qualità delle cure,

# elevata competenza clinico – professionale.

Per quanto rispetto al passato la competenza clinico – professionale sia oggi notevolmente più elevata e diffusa, purtroppo constatiamo che non tutti i professionisti possono avere questi requisiti.

Ritengo che siano questi i motivi per cui l’audit clinico e l’RCA non risultano attualmente diffusi nelle nostre U.O., pur rappresentando straordinarie risorse per il miglioramento continuo delle attività.

 

E’ stata perciò elaborata per l’U.O. di Chirurgia generale e d’urgenza una procedura “rapida” per la valutazione e il miglioramento delle attività, utile soprattutto quando si evidenziano situazioni di rischio per i pazienti, definibili genericamente “Non conformità”. Questa procedura è dunque più affine all’RCA che all’audit; non ne ha tutto il rigore metodologico, ma è fattibile nei limiti prima indicati. Richiede inoltre un management partecipativo parziale, che consente a tutti i professionisti di offrire le loro competenze, lasciando tuttavia un ruolo decisionale preponderante al direttore dell’U.O., in linea con l’attuale situazione evolutiva della professionalità nella categoria medica ospedaliera.

 

Questa procedura inizia dopo la segnalazione di una “non conformità” da parte di un operatore interno all’organizzazione o di un utente (paziente, visitatore). Su autorizzazione o indicazione del direttore si svolge una riunione con personale dell’U.O., in cui è descritta dettagliatamente la situazione in cui è stata identificata la “Non conformità”. Se la “Non conformità” è confermata, se ne analizzano i rischi o le conseguenze negative derivate, utilizzando il metodo del brainstorming (in una futura evoluzione della procedura potrebbero essere introdotte alcune altre tecniche di analisi proprie dell’RCA). Nella stessa seduta si propongono le azioni correttive. Le proposte sono orientative per il direttore, che valuterà successivamente quelle più opportune per un ordine di servizio. In alternativa o in aggiunta all’ordine di servizio egli potrebbe ritenere utile l’aggiornamento di un percorso di cura o altra procedura interna.

Successivamente il referente per la qualità provvede a implementare le azioni correttive in uno “spirito” di reciproca collaborazione con i colleghi e a monitorarne l’efficacia con indicatori.

(…)”