LA GASTRECTOMIA - CAPITOLO 10.6
COMPLICANZE: INSUFFICIENZA RENALE
Dopo gastrectomia sono particolarmente a rischio di insufficienza renale acuta i pazienti diabetici, con età > 70 anni o itterici, qualora l’apporto di liquidi sia insufficiente a mantenere un’adeguata perfusione renale. In queste condizioni la somministrazione di FANS e antibiotici può peggiorare il danno ischemico. L’ittero è un importante fattore di rischio d’insufficienza renale: infatti la bilirubina è una sostanza estremamente tossica per il rene ischemico. Inoltre, l’insufficienza epatica, di cui l’ittero è una manifestazione, predispone alla sindrome epato-renale, in cui l’insufficienza renale è esclusivamente funzionale ed è causata probabilmente da fattori diversi dalla bilirubina.
Una riduzione della diuresi a meno di 30 ml/ora con segni di disidratazione o con valori di pressione venosa centrale non aumentati orienta a incrementare l’apporto idrico e, se a questo provvedimento non segue un aumento della diuresi, può essere di notevole beneficio, per ripristinare la funzionalità renale, l’iniezione ev di 20 mg di furosemide. Nel mantenimento della diuresi può essere utile l’infusione di dopamina a dosaggio diuretico (3 microg/Kg/min).
Se alla riduzione della diuresi si accompagnano segni clinici e radiologici di insufficienza cardiaca (rumori polmonari umidi, tachicardia, dispnea, turgore delle giugulari, edema presacrale) e/o un elevato valore di PVC è invece appropriato ridurre l’infusione dei fluidi e trattare l’edema polmonare (vedi capitolo 10.5) e l’insufficienza cardiaca.
Un’oliguria che non risponde all’idratazione e ai diuretici può essere espressione di una necrosi tubulare acuta. La registrazione del bilancio idrico, del volume urinario nelle 24 ore e della pressione arteriosa, il rilievo dell’obbiettività cardio-polmonare, la determinazione del pH e dell’equilibrio acido-base su prelievo arterioso, l’esame delle urine (pH, peso specifico, proteine, sedimento), il contemporaneo dosaggio di sodio, di potassio, di creatinina e di urea su un campione di siero e di urine raccolte nelle 24 ore sono le indagini preliminari alla valutazione del nefrologo. Tra le cause di necrosi tubulare acuta postoperatoria sono da considerare un’eccessiva somministrazione di FANS e di antibiotici nefrotossici (in particolare gli aminoglicosidi), l’insufficienza cardiaca, uno stato settico o una disidratazione, soprattutto se associata a ittero, diabete mellito, età avanzata o nefropatia preesistente.