LA GASTRECTOMIA

Introduzione

Le prime bozze della monografia “La gastrectomia” risalgono al 1995; le scrissi nel corso di una sperimentazione su un’esofago-digiunoplastica, che avevo ideato dopo aver considerato con interesse il tema delle tasche digiunali nelle ricostruzioni postgastrectomia.

In quegli anni per “gastrectomia” s’intendeva l’asportazione totale dello stomaco, in sintonia con l’etimologia del termine, mentre l’asportazione parziale dello stomaco era rigorosamente indicata con il termine “gastroresezione”. Attualmente è prevalsa nell’uso la meno corretta terminologia anglosassone, che utilizza rispettivamente i termini “total gastrectomy” e “partial gastrectomy”. In questo aggiornamento ho preferito mantenere il termine “gastrectomia”, per indicare esclusivamente l’asportazione totale dello stomaco. Per il resto ho tenuto conto dell’evoluzione chirurgica, provvedendo nel corso del 2020 alla revisione e all’aggiornamento della monografia. Considero questo anno importante per il miglioramento qualitativo dello scritto, che tuttavia non ha ancora raggiunto il livello che avrei voluto, in particolare per l’aspetto iconografico, che si attesta su una qualità artigianale. Perlomeno, l’iconografia potrebbe in questo modo rievocare il fascino di alcuni antichi scritti chirurgici, nei quali l’autore provvedeva personalmente agli schizzi della tecnica chirurgica che illustrava.

Nelle tre presentazioni succedutesi questa monografia ha vissuto un’elaborazione analoga a quella di un dipinto o di un programma per computer: è iniziata piuttosto imperfetta ed è proseguita migliorando negli aggiornamenti. Spero di avere la possibilità di ritoccarla ulteriormente anche in rapporto alle segnalazioni di coloro che avessero l’occasione di soffermarsi nella lettura di qualche suo capitolo.  Tra i ritocchi, il più importante consisterà nell’inserire un capitolo sulla tecnica della gastrectomia per via laparoscopica. E’ una procedura che non presenta ancora chiari vantaggi rispetto all’approccio laparotomico, ma proprio questa incertezza è un valido motivo per tentare di trattare l’argomento sulla scorta dell’esperienza maturata soprattutto nei Paesi orientali, dove l’elevata incidenza di neoplasie dello stomaco consente ai chirurghi di progredire più facilmente nella definizione di tecniche laparoscopiche e robotiche in chirurgia dello stomaco.

Mestre, 10 maggio 2020

 

Presentazione della seconda edizione

Una celebre parabola di Cristo narra di un viandante di buon animo, che incontra sulla strada un uomo derubato e ferito da un gruppo di banditi. Fermatosi, il viandante medica lo sventurato con olio e panni, poi lo conduce al più vicino alloggio e gli fornisce l’occorrente per il soggiorno durante la convalescenza. Questo uomo, che non solo prova compassione per il ferito, ma che anche prende l’iniziativa di medicarlo e lo medica correttamente con i materiali di cui dispone, è il prototipo del vero medico, che sa esprimere la carità con determinate conoscenze e applicazioni tecniche. Tuttavia, è evidente che la capacità tecnica non è sufficiente: se il ferito, pur accuratamente medicato, fosse lasciato sul posto, soccomberebbe per ipotermia o denutrizione. Dunque, la carità esige ulteriori soluzioni.

Focalizzando il discorso sulla chirurgia, analogamente si può osservare che un chirurgo non si definisce tale per l’esclusiva capacità di eseguire un intervento resettivo o ricostruttivo: egli deve anche saper condurre il paziente oltre l’intervento, fornendogli supporto postoperatorio e consigli alla dimissione. E inoltre egli dovrà avere la cultura adeguata per scegliere il tipo d’intervento con criterio, trovando un equilibrato compromesso tra condizioni del paziente, esigenze di radicalità oncologica e opportunità di garantire una buona qualità di vita all’uscita dall’ospedale. Questa esigenza è particolarmente importante quando si prospetta l’indicazione a una gastrectomia, intervento che altera significativamente la funzione digestiva e che comporta una non trascurabile morbilità postoperatoria. In particolare incombe minacciosa la possibilità di fistolizzazione a livello della sutura esofagea e duodenale, che solo un’accurata preparazione nutrizionale preoperatoria e una corretta tecnica di sutura può minimizzare. Inoltre, le sequele nutrizionali possono essere severe ed è perciò fondamentale che l’indicazione alla gastrectomia sia corretta, che sia scelta una ricostruzione dotata di un efficace meccanismo antiriflusso e che sia consigliata al gastrectomizzato un’adeguata dieta e terapia per le sequele dell’intervento.

Per questi motivi e per il mio particolare interesse nell’ambito della chirurgia digestiva, nel 2004 decisi di raccogliere in una monografia non solo gli aspetti tecnico-operativi della gastrectomia, ma anche la problematica inerente, nei limiti delle competenze attribuibili al chirurgo generale: indicazioni operatorie, gestione pre- e post- operatoria, trattamento delle complicanze, consigli e provvedimenti alla dimissione. Inoltre, era presentata una completa panoramica storica sulle diverse possibilità di ricostruzione dopo gastrectomia, inquadrate in una classificazione di tipo funzionale.

Ora presento questa monografia in forma aggiornata, ampliata e corretta, augurandomi che possa contenere qualche elemento utile per quanti praticano la chirurgia gastro-intestinale e che soprattutto possa essere una guida per i giovani che desiderano praticarla. Spero anche che mi giungano indicazioni utili per il suo miglioramento, per far crescere ulteriormente questo libro, fino a renderlo opera esauriente sul tema. Da parte mia vi sarà l’impegno a curare ulteriormente vari aspetti – in particolare quelli iconografici, in parte ancora migliorabili -, rendendo disponibili gli aggiornamenti in tempi brevi; possibilità questa, che è agevolata dalla pubblicazione in Internet.

Mestre, 30 maggio 2016