LA GASTRECTOMIA - CAPITOLO 11 e 12

MORTALITA’ POSTOPERATORIA

Tra il 1897, anno della prima gastrectomia, e il 1947 furono effettuate alcune centinaia di gastrectomie con una mortalità postoperatoria del 40%. Attualmente la mortalità è scesa significativamente; hanno concorso a questo risultato il miglioramento dello stato nutrizionale della popolazione, le condizioni igieniche in cui è effettuato l’intervento, la profilassi antibiotica e il trattamento nutrizionale peri-operatorio. In Europa la mortalità postoperatoria è in media del 7,5% (Luise, 1962; Wanebo, 1993). Nello storico trial Dutch essa è risultata più elevata dopo gastrectomia con linfoadenectomia D2 (10%) rispetto alla linfoadenectomia D1 (4%) (Bonenkamp, 1999).

Contribuiscono principalmente alla mortalità la peritonite secondaria a deiscenza dell’anastomosi esofagea o duodenale ed eventi cardio-vascolari.

Bibliografia

Bonenkamp JJ, Hermans J, Sasako M. Extended lymph-node dissection for gastric cancer. N Engl J Med 1999; 340: 908-14.

Luise R, Vaccari G, Ganz R. Contributo allo studio del trattamento chirurgico del cancro dello stomaco. Chirurgia Triveneta 1962; 2: 208-31.

Maruyama K, Gunven P, Okabayashi K. Lymphonode metastases of gastric cancer. General pattern in 1931 patients. Ann Surg 1989; 210: 596-602.

Wanebo HJ, Kennedy BJ, Chmiel J e al. Cancer of the stomach. A patient care study by the American College of Surgeon. Ann Surg 1993; 218; 583-92.

QUALITA’ DI VITA DOPO GASTRECTOMIA

Uno dei criteri più importanti per la scelta del tipo di resezione gastrica per neoplasia è la radicalità oncologica conseguibile. Ma è indubbia l’importanza di considerare anche quanto le sequele caratteristiche dell’intervento potranno incidere negativamente su mestiere, caratteristiche psico-fisiche e comorbilità del paziente. Per esempio, un individuo con ileostomia rischia di avere una scadente qualità di vita dopo una gastrectomia totale. Accorgimenti dietetici potrebbero risolvere il problema, ma è comunque più prudente, se oncologicamente accettabile, effettuare una gastroresezione seguita da gastro-digiunostomia con uno stoma di diametro adeguato ad evitare uno svuotamento gastrico troppo rapido. Vari studi hanno evidenziato una qualità di vita migliore dopo gastroresezione che dopo gastrectomia (Davies, 1998; Svedlung, 1999). Peraltro, sembra che l’aggiunta di una tasca all’apice di un’esofago-digiunoplastica in Y possa ridurre questa differenza. Il beneficio di una piccola tasca all’apice di un’esofago-digiunoplastica in Y o di una digiuno-interposizione deriva da una riduzione del disagio postprandiale da distensione intestinale. Questo beneficio deve essere confrontato con il rischio di deiscenza postoperatoria derivante dalla lunga sutura necessaria per la confezione della tasca.

Dopo l’intervento periodici colloqui con il paziente, un apposito test per la valutazione della Qualità di vita ed esami ematochimici e strumentali, come descritto nel seguente capitolo, forniscono i dati per identificare gli elementi che deteriorano la qualità di vita, indirizzando ai rimedi più opportuni.

Bibliografia

Davies J, Johnston D, Sue-Ling H. Total or subtotal gastrectomy for gastric carcinoma? A study of quality of life. World J Surg 1998; 22: 1048-55.

Svedlund J, Sullivan M, Liedman B e al. Long term consequences of gastrectomy for patient’s quality of life: the impact of reconstructive techniques. Am J Gastroenterol 1999; 94: 438-45.